Ho una figlia che, a seguito di incidente stradale, è stata splenectomizzata ed inoltre ha avuto una pancreatite che si è risolta in 15 giorni. Gli è stata prescritta diaminocillina 600.000 una fiala ogni 21 giorni. Vorrei sapere: 1) per quanti mesi è necessaria questa cura; 2) la diaminocillina è stata prescritta perché è senza milza o per la pancreatite avuta? 3) qual sono i rischi maggiori per una splenectomizzata.
Gentile lettore, il problema presentato da sua figlia non è molto raro. La milza è un organo importante che partecipa attivamente a difendere il nostro organismo dalle infezioni. La sua mancanza può dipendere da un'assenza congenita, da alcune malattie che la rendono inefficiente o costringono ad asportarla per evitare danni maggiori o, come nel caso di sua figlia, dalla necessità di toglierla in seguito ad un trauma addominale.
Per una persona che non ha la milza aumenta notevolmente il rischio di andare incontro ad infezioni batteriche (sepsi) che possono anche avere un andamento molto grave. Il rischio è maggiore quando il problema si presenta prima dei cinque anni di età L'infezione può comparire a distanza di tempo molto variabile (mesi o anche molti anni) dall'asportazione della milza.
La strategia che viene attuata per prevenire questo rischio consiste in una serie di vaccinazioni contro le infezioni da meningococco, pneumococco, emofilo e influenza (lei non ne ha parlato, penso che abbia risolto il problema, altrimenti potrà approfondirlo con il suo pediatra curante o riscrivendoci) e nella profilassi antibiotica continua a basso dosaggio con diaminocillina.
Questo antibiotico serve a prevenire alcuni tipi di infezioni. La sua somministrazione va fatta per via intramuscolare, è dolorosa e bisogna "saperla fare" altrimenti cristallizza facilmente nella siringa ed il bambino subisce ogni volta più di un "buco".
La dose è maggiore (ma non il dolore) quando il bambino supera i 30 Kg di peso. La diaminocillina va continuata sicuramente per almeno cinque anni, ma alcuni autori sostengono vada proseguita anche più a lungo. Tra cinque anni vedremo se le indicazioni fornite dalla letteratura potranno chiarire con maggior precisione la durata di questa profilassi.
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