La Poliomielite è una malattia infettiva causata da tre diversi virus (poliovirus 1, 2 e 3). I virus penetrano nell'organismo per via orale, si moltiplicano nell'intestino, si diffondono nel sangue, si localizzano nel tessuto nervoso, in particolare nel midollo spinale, provocando delle paralisi irreversibili in vari distretti muscolari (arti, muscoli respiratori, ecc.).

Non vi sono farmaci in grado di curare questa malattia, l'unica possibilità per evitarne i terribili effetti è rappresentata dalla prevenzione attraverso la vaccinazione. In Italia, prima che venisse adottata la vaccinazione, si verificavano 6-7.000 casi di poliomielite all'anno; la vaccinazione ha di fatto eliminato la malattia (l'ultimo caso denunciato in Italia risale al 1983). Pur non manifestandosi clinicamente, il virus è però ancora in circolazione e nei soggetti non vaccinati esiste ancora il rischio di contrarre la malattia.

I vaccini per la poliomielite

Esistono nel mondo due tipi di vaccino contro la Poliomielite: il "Sabin" e il "Salk", dal nome degli studiosi che li hanno messi a punto.

Il vaccino Sabin è costituito da virus vivi, modificati in modo da non provocare la malattia, ma capaci di stimolare la produzione di anticorpi.
Il vaccino viene somministrato per bocca, non è necessario il digiuno, anche se spesso viene consigliato, ma al solo scopo di evitare il vomito durante la somministrazione del vaccino.
Alla prima somministrazione, raramente, può causare una grave complicazione come la polio post-vaccino, la cui frequenza viene stimata in 1 caso su 500.000 prime dosi.
I virus contenuti nel vaccino rimangono nell'intestino e vengono eliminati con le feci dal bambino vaccinato per circa 4 settimane. In questo periodo i familiari devono osservare una scrupolosa igiene, lavandosi accuratamente le mani, dopo ogni cambio di pannolino, per evitare il contatto con i virus, potenzialmente pericolosi per l'adulto che ha una scarsa protezione.

Il vaccino Salk contiene il virus ucciso e viene somministrato attraverso un'iniezione per via intramuscolare o sottocutanea.
Questo vaccino non dà effetti collaterali gravi. Come qualsiasi altra sostanza esterna all'organismo può determinare, se pure con una frequenza estremamente rara, reazioni allergiche. 

Il cambiamento della schedula vaccinale

Con il decreto legge del 18 giugno 2002, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 163 del 13 luglio 2002, è  cambiata la normativa che stabilisce con quale tipo di vaccino debbano essere immunizzati contro la Poliomielite i bambini in Italia.

Infatti, già dopo la pubblicazione del decreto legge del 7 aprile 1999, lo schema per la vaccinazione era stato modificato ed al posto della somministrazione di quattro dosi di vaccino orale Sabin (il vaccino adoperato fino a quel momento), era stato adottato uno schema "misto" in cui la somministrazione delle prime due dosi (al 3° ed al 5° mese di vita) veniva eseguita con il vaccino Salk mentre nelle successive due (all'11° mese ed al 3° anno di età) veniva somministrato il vaccino Sabin. La nuova normativa, entrata in vigore dall'agosto 2002, stabilisce che venga usato il vaccino Salk in tutte e quattro le dosi previste dal calendario.

La decisione di usare esclusivamente il vaccino Salk è stata adottata per evitare i possibili, anche se estremamente rari, casi di paralisi da vaccino. Con il vaccino Sabin per via orale, infatti, può verificarsi, come già detto, un caso di paralisi ogni 500 mila vaccinati. Se negli anni '60 a fronte di 6-7 mila casi di poliomielite all'anno, due casi di polio da vaccino potevano essere "un rischio accettabile", oggi questa eventualità non è più tollerabile. Questo perché la malattia è ormai scomparsa in Italia come nel resto d'Europa: il 21 giugno 2002 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha infatti ufficialmente dichiarato l'Europa libera dalla poliomielite.

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