Il mio bambino ha 34 mesi e ancora non riesce a strutturare delle frasi con più parole. Infatti, al massimo dice "mamma acqua" oppure le singole parole: quest'ultime non sono sempre esatte, ma re-interpretate in un alfabeto tutto suo. Le maestre al nido fino a ora mi avevano detto di non preoccuparmi, ma ora anche loro mi hanno consigliato di chiedere al pediatra. Premetto il bimbo ha un buon udito e capisce quello che gli si chiede di fare. Inoltre ha una sorella di dieci anni con cui gioca e anche noi gli parliamo molto. Volevo un vostro parere su come comportarmi.
Gentile Signore, forse è bene seguire il consiglio delle insegnanti del bambino: a 34 mesi frasi di due parole e parole singole sono effettivamente segnali da approfondire. La variabilità dei tempi e modi dello sviluppo del linguaggio è notevole ma, in presenza di alcuni "segnali" significativi, vanno valutati alcuni aspetti: va esclusa la presenza di ipoacusia, perché possono esserci perdite di udito che non impediscono al bambino di capire dall'insieme della comunicazione quello che gli si dice di fare ma ostacolano lo sviluppo del linguaggio.
Va valutata l'ampiezza del vocabolario e l'uso più o meno adeguato che il bambino ne fa. Va valutata la capacità comunicativa del bambino al di là del linguaggio verbale. Va organizzato un monitoraggio nel tempo dello sviluppo, per seguire l'evoluzione del linguaggio e quindi sia formulare una prognosi sia valutare la necessità di un intervento rieducativo.
Le valutazioni devono mirare ad alcuni obiettivi: ricercare le possibile cause del ritardo di linguaggio; collocare il ritardo di linguaggio del bambino nelle due categorie definite dagli autori anglosassoni come "late bloomers", bambini che sbocciano in ritardo, e "late talkers", bambini con disturbo specifico del linguaggio; definire i successivi momenti di valutazione: infatti lo specialista può decidere di aspettare e guardare, ma sapendo quanto "aspettare" e cosa "guardare".
La letteratura riporta come "segnali di rischio" per questa età: vocabolario ridotto:
- meno di venti parole a 18 mesi,
- meno di 50 parole a 24 mesi;
- ritardo nella comparsa delle prime combinazioni di gesto - parola; deficit nella comprensione di ordini non troppo contestualizzati e che implicano una decodifica linguistica (24 - 30 mesi);
- persistere di espressioni verbali incomprensibili dopo i 30 - 36 mesi.
Tra i 18 e i 24 mesi i bambini cominciano, generalmente, a combinare le parole in frasi. In genere questo avviene quando possiedono un vocabolario di circa 100 parole. Verso i due anni, a partire dalla comparsa delle prime combinazioni di parole, ha inizio il periodo dello sviluppo della grammatica.
Verso i quattro anni di età il bambino mostra di utilizzare correttamente alcune delle principali regole morfologiche così come, sul piano sintattico, sa utilizzare le principali strutture frasali. Sempre intorno ai quattro anni il bambino è in grado di pronunciare correttamente le parole, con l'eccezione, per qualche bambino, dei suoni /s/ e /r/. I bambini che presentano differenze nello sviluppo del linguaggio sono davvero molti.
È esperienza comune constatare come nel corso del primo anno della scuola materna molti di questi bambini recuperino il linguaggio corretto. In ogni caso va tenuto presente che i quattro anni sono l'età di riferimento per definire il limite oltre il quale, non dovrebbero essere più presenti difficoltà anche piccole nel linguaggio.