Dove si trova la vitamina A
La vitamina A è una vitamina liposolubile, cioè che si scioglie in presenza di grassi. E’ presente in natura soprattutto nel fegato di animali sia marini sia terrestri (quindi anche nell’olio di fegato di pesce) e nel tuorlo d’uovo. Più comunemente la vitamina A si forma nel nostro organismo partendo dai precursori, le cosiddette provitamine (caroteni) che sono contenuti nei vegetali:
- verdura: carote, cicoria, zucca gialla, rape, pomodori, spinaci.
- frutta: albicocche, meloni gialli, cachi.
La vitamina A non diminuisce nelle operazioni di preparazione dei cibi, dato che è resistente alla cottura.
A che cosa serve la vitamina A
La vitamina A:
- è coinvolta nel processo della visione notturna, migliorando la qualità della percezione, in quanto è un costituente di un pigmento visivo, chiamato rodopsina
- protegge i tessuti di rivestimento della cute e delle membrane mucose che tappezzano la bocca, il naso, lo stomaco, l’intestino
- favorisce lo sviluppo delle ossa
- è necessaria per l’integrità del sistema immunitario
Quali conseguenze comporta la carenza di vitamina A
La carenza grave di vitamina A può verificarsi nei paesi in via di sviluppo per scarsa introduzione con gli alimenti (sia come quantità che come tipo di alimenti), e si manifesta con alterazioni dell’occhio, della pelle, delle ossa con disturbi della crescita, anemia e infezioni gravi. In alcune zone dell’Asia meridionale, dell’Africa e dell’America Latina la carenza di vitamina A è causa di cecità.
Nei paesi industrializzati come l’Italia il fabbisogno di vitamina A, cioè la quantità necessaria all’organismo, risulta largamente coperto dalla dieta abitualmente seguita e quindi nei bambini non sono necessarie supplementazioni di questa vitamina. In particolari situazioni si possono verificare forme lievi di carenza, caratterizzate da una riduzione della vista alla luce crepuscolare (chiamata emeralopia), secchezza della pelle e delle membrane mucose, mancanza di appetito, stanchezza.
Le cause principali di carenza sono:
- alimentazione deficitaria di vitamina A: ad esempio, nei lattanti alimentati con latte di mucca o nei bambini allattati al seno se la mamma non introduce adeguate quantità di vitamina A con gli alimenti
- maggiore fabbisogno nel bambino pretermine, nelle malattie della tiroide (per eccessivo consumo o per scarsa trasformazione del carotene in vitamina A)
- malassorbimento, cioè un cattivo processo di assorbimento intestinale, come si verifica ad esempio nella celiachia
Se la vitamina A viene somministrata in dosi eccessive e prolungate può causare una intossicazione:
- acuta con aumento improvviso della pressione endocranica e conseguenti mal di testa e vomito
- cronica con aumento della pressione endocranica, alterazioni della pelle (pelle secca, ruvida, squamosa), perdita di capelli, ingrossamento del fegato e della milza
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