Vorrei gentilmente sapere quali sono i rischi che corrono i neonati nati prematuramente. Tre giorni orsono è nato il mio nipotino alla 31esima settimana in condizioni abbastanza buone ma il suo peso è di soli 1100 grammi.
I rischi legati alla prematurità si possono ricondurre tutti alla condizione di immaturità anatomica e funzionale degli organi ed apparati e possono essere più o meno gravi a seconda dell'età gestazionale, del peso alla nascita, del decorso clinico postnatale. Le problematiche respiratorie rappresentano la percentuale maggiore di dette patologie, e sono dovute, per lo più, alla carenza di surfattante, sostanza indispensabile alla dinamica polmonare, in quanto mantiene disteso l'alveolo polmonare, impedendone il collasso alla fine dell'espirazione. La presenza di condizioni prenatali che complicano la gravidanza, quali il diabete materno e/o la grave gestosi, o l'asfissia alla nascita rendono tali patologie più o meno gravi fino a raggiungere quadri di insufficienza respiratoria che richiedono la ventilazione meccanica o altri supporti invasivi.
Al secondo posto si collocano i rischi di infezioni: anche in questo caso l'immaturità del sistema immunitario e la necessità di ricorrere a procedure invasive come l'intubazione tracheale e l'introduzione di cateteri nella vena ombelicale per poter infondere liquidi e farmaci, pongono questi soggetti nella condizione di essere attaccati da germi resi aggressivi dalla selezione avvenuta in ambente ospedaliero. Le infezioni diventano generalizzate per le minori barriere difensive dei prematuri e la maggiore aggressività dei germi. Anche le turbe gastrointestinali rappresentano un rischio per i prematuri e vanno dal banale rigurgito, al rallentato svuotamento gastrico, che porta a distensione addominale e, quindi, indirettamente, a difficoltà respiratorie più accentuate ed infine a patologie più gravi quali l'enterocolite necrotizzante. Tale patologia riconosce molteplici fattori etiologici: la prematurità, con un'incidenza maggiore nelle più basse età gestazionali; la sofferenza ischemica della mucosa intestinale per il diminuito apporto di O2; il danneggiamento della parete intestinale a causa dei pasti troppo frequenti e/o abbondanti; le infezioni.
Su di essa grava ancora un'alta mortalità, in relazione alla gravità del quadro clinico generale ed alla bassa età gestazionale (<30 sett.) A carico del sistema nervoso centrale possiamo trovare, più frequentemente e come conseguenza del diminuito apporto di ossigeno al cervello, la cosiddetta "leucomalacia periventricolare", evidenziabile all'esame ecografico come aree di maggiore ecodensità, espressione di sofferenza ischemica, che possono avere una diversa evoluzione: più spesso scompaiono lasciando una lieve dilatazione dei ventricolo laterali, senza esiti motori o con esiti minimi, meno spesso evolvono in lesioni cistiche che si possono associare a disturbi neuromotori più gravi. L'emorragia cerebrale, infine, nell'ambito dei rischi a carico del sistema nervoso centrale, è un'evenienza per fortuna più rara, che può iniziare nella regione del pavimento dei ventricoli laterali (I° grado) e può estendersi all'interno dei ventricoli stessi senza che questi si dilatino (II° grado) o con dilatazione (III° grado) e poi, anche al parenchima cerebrale circostante (IV° grado).
Altro rischio legato alla prematurità è la "retinopatia del pretermine", la cui incidenza è anch'essa inversamente proporzionale all'età gestazionale e che colpisce in maggior misura i prematuri al di sotto di 28 settimane. Questa patologia, a genesi multifattoriale, può giungere, nello stadio più avanzato, al distacco della retina. Naturalmente, ognuno dei problemi sopraelencati ha un'incidenza ed una gravità che varia non solo, come abbiamo già detto sopra, con l'età gestazionale ed il peso alla nascita, ma anche in base alle condizioni prenatali (stato di nutrizione ed ossigenazione fetale, gestione delle complicanze della gravidanza) ed alle condizioni alla nascita (buona gestione del neonato in sala parto con prevenzione dell'ipossia, dell'ipotermia, dell'ipoglicemia).
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