Vi scrivo per un bambino di sei anni che soffre spesso di incontinenza sfinterica più manifesta quando è coinvolto in qualche gioco. Vorrei avere qualche delucidazione anche su qualche eventuale implicazione psicologica (il bambino ha anche un fratellino di cui probabilmente è geloso).
L'incontinenza sfinterica ha due nomi scientifici ben precisi a seconda che si tratti di incontinenza fecale (encopresi) o di incontinenza urinaria (enuresi).
Encopresi
La perdita involontaria di feci è più frequente di quanto non si creda. Essa può svilupparsi sia in bambini che avevano già raggiunto il controllo dello sfintere anale, che in bambini che questo controllo non l’avevano ancora acquisito. La causa più comune di questa anomalia è la stitichezza grave. Bisogna cercare tutti i segni suggestivi di stipsi e ricercarne le cause: feci molto dure, defecazioni dolorose, ragadi anali, passaggio occasionale di masse fecali enormi, stimolo urinario frequente, dolori addominali ricorrenti, distensione addominale ed iper-irritabilità.
L’esame dell’addome permette di palpare masse fecali nella fossa iliaca e lungo il decorso del colon. Un attento esame della regione anale con il riscontro, all’esplorazione rettale, di un tono sfinterico normale ed, immediatamente oltre lo sfintere interno, di una massa fecale di grosse dimensioni, permette di fare la diagnosi. Se la perdita involontaria di feci si evidenzia in un bambino normale, senza segni di stipsi, il problema è legato ad un problema psicologico e va risolto con terapia psicologica adeguata.
Nel caso invece in cui il controllo sfinterico non sia mai stato raggiunto bisogna ricercarne le cause in anomalie del sistema nervoso centrale come il mielomeningocele (protrusione del midollo spinale e delle meningi ad esso connesse attraverso un’apertura nella colonna vertebrale) e i tumori della cauda equina (quel fascio di fibre nervose a forma di coda di cavallo al termine del midollo spinale); spesso si tratta di sindromi legate anche a ritardo mentale.
Enuresi
Per enuresi si intende un difetto volontario della minzione, riscontrabile in bambini di età superiore ai 5 anni, se femmine, e ai 6 anni se maschi. Questo disturbo si manifesta solo nelle ore notturne, durante il sonno, ed è di rado presente durante il giorno. Nella maggior parte dei casi il bambino non ha mai raggiunto un controllo vescicale soddisfacente: l’enuresi rappresenta dunque la persistenza di un abito infantile per un periodo di tempo più prolungato che di norma.
In qualche caso raro l’enuresi ricompare dopo un periodo più o meno lungo durante il quale il bambino era normalmente continente. L’enuresi è in genere un disturbo funzionale. Più che una conseguenza di una educazione imperfetta è l’espressione di uno stato emotivo abnorme: si tratta generalmente di bambini timidi, psicologicamente un po’ immaturi, che si spaventano per motivi apparentemente insignificanti.
Il bambino non si sveglia al momento della minzione notturna, comunque non si accorge di urinare e non percepisce lo stimolo precedente; nella maggior parte dei casi la situazione si risolve al momento della crisi puberale. Solo il 10% dell’enuresi riconosce una causa organica: infezione delle vie urinarie, anomalie dell’uretra e della vescica, disturbi dell’innervazione della vescica per lesioni a carico della colonna vertebrale. Nei casi di enuresi di sicura origine funzionale la terapia è essenzialmente educativa e psicologica.
Nei casi di enuresi diurna bisognerà consigliare al piccolo paziente di vuotare la vescica ad intervalli di tempo regolari e progressivamente sempre meno ravvicinati; se l’enuresi è solo notturna bisognerà consigliare ai genitori un atteggiamento comprensivo e distaccato, in modo che non si accentuino i sensi di colpa ed i timori del bambino. Nei casi particolarmente ostinati e imbarazzanti esiste una terapia farmacologica che va somministrata esclusivamente sotto stretto controllo medico per gli effetti collaterali che può causare.
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