Durante la gravidanza, nei corsi di preparazione al parto, vengono insegnati alle future mamme alcuni esercizi per rinforzare il perineo, preparandolo al carico che dovrà portare nel corso dei nove mesi, e allo stesso tempo, rendendolo più elastico in vista del parto.
I problemi di incontinenza urinaria che possono seguire il parto dipendono infatti dal perineo, un insieme di muscoli che chiude il bacino verso il basso sostenendo gli organi interni dell’ addome. Tutte le volte che starnutiamo o anche, semplicemente, camminiamo, i visceri sono infatti sottoposti a una compressione che li spinge verso il basso, dove però incontrano la resistenza del perineo.
Quando inizia una gravidanza, il muscolo assume un’altra importante funzione: mantenere al proprio posto l’utero, che nel corso dei nove mesi diventa sempre più grande e pesante, passando da circa 7 a circa 36 centimetri, con un carico medio di 8 etti di placenta e quasi un chilo e mezzo di liquido amniotico, oltre al peso del bambino. Quando poi è il momento di partorire, il perineo deve farsi sottile come un foglio di carta per poter consentire la nascita del piccolo.
Queste trasformazioni, unite ad una predisposizione fisica o ad oscillazioni di peso in gravidanza, possono portare ad avere problemi di incontinenza urinaria più o meno grave.
Il primo passo da fare è rivolgersi a un centro ospedaliero per una valutazione medica: con una semplice visita è possibile stabilire il danno subito e consigliare la soluzione più appropriata. Nella maggior parte dei casi si tratterrà di una ginnastica specifica: una serie di esercizi che vengono insegnati dopo la valutazione e che possono essere eseguiti quotidianamente anche a casa. Se il danno del perineo è più importante può essere associata una ginnastica passiva, stimolata con un apparecchio elettrico. Questi rimedi sono quasi sempre risolutivi, ma in caso di danno più grave può essere consigliato l’intervento chirurgico.
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