Ho una bambina di 28 mesi affetta dalla nascita da strabismo infantile convergente. Fin dall'età di 3 mesi la bambina è stata sottoposta ad attente e scrupolose visite oculistiche. La terapia fino ad oggi adottata è stata quella dell'occlusione dell'occhio considerato sano per evitare l'ambliopia. L'occlusione viene praticata per circa tre ore al giorno. E' una terapia non sempre facile visto che la bambina, crescendo, comincia ad avvertire fastidio e di conseguenza, se non costantemente distratta, evita l'occlusione staccando la benda dall'occhio. Spesso, dietro consiglio medico, lì dove il bendaggio diventava difficile, abbiamo instillato una goccia di atropina nell'occhio sano a giorni alterni. Per la precisione l'atropina è stata impiegata per circa cinque mesi. Oggi sia pure faticosamente stiamo tornando all'utilizzo della benda anche perché a mio modesto parere quest'ultima sembra essere più efficace. A parte la terapia, sembrerebbe che l'intervento chirurgico, da farsi intorno ai quattro anni, non possa essere evitato, visto che il bendaggio risolve il problema dal punto funzionale ma non estetico. Da qui una serie di domande: - intanto, avere rassicurazioni sulla terapia adottata in termini di mezzi e di tempi: tre ore al giorno di bendaggio sono sufficienti?; l'atropina instillata a giorni alterni ha lo stesso effetto della benda? - è giusto intervenire chirurgicamente solo intorno ai quattro anni? - la terapia con tossina botulinica atta ad evitare l'intervento è efficace? che rischi comporta?
L’occlusione effettuata tre ore al giorno è un trattamento antiambliopico senz’altro prudente. Se esso basti, va valutato in base alla profondità dell’ambliopia presente. L’atropina instillata a giorni alterni non ha lo stesso effetto dell’occlusione: è un trattamento penalizzante. In ogni caso dipende dalla situazione refrattiva della sua bimba. Nella maggior parte dei casi un intervento chirurgico molto precoce può essere inutile. Va valutato a seconda dei casi, ma senz’altro è inutile intervenire prima dell’età scolare. L’indicazione allo utilizzo della tossina botulinica nello strabismo concomitante è molto dubbia.
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