La mia bambina di 16 mesi presenta, dopo tre esami urine di controllo, un valore di emoglobina di 0,03. Da cosa può dipendere, visto che è sana e tutti gli altri valori sono nella norma? Quali accertamenti sono necessari? Preciso che in famiglia non ci sono casi analoghi.

La presenza di sangue nelle urine viene definita con il termine di "ematuria". Si parla di ematuria macroscopica se il sangue è visibile ad occhio nudo: le urine possono apparire rosse, rosate, rosso marsala o marrone. L'ematuria può però essere microscopica, ossia (come nel caso in esame) non visibile ad occhio nudo ma svelata da un esame urine (che quantifica l'emoglobina) o da un esame microscopico del sedimento urinario (che quantifica i globuli rossi). Più precisamente, si definisce ematuria microscopica il riscontro di più di 5 globuli rossi per campo nel sedimento urinario.

Moltissime sono le cause di ematuria, e questa non è la sede né l'occasione per elencarle tutte; tuttavia, occorre precisare che mentre la macroematuria (N.d.R.: l’ematuria macroscopica, cioè visibile ad occhio nudo) deve essere indagata con estrema accuratezza, anche se si verifica un singolo episodio, per il suo sicuro significato patologico, diverso è l'atteggiamento da assumere di fronte ad una condizione di microematuria (N.d.R.: l’ematuria microscopica, cioè riscontrabile solo con gli esami), che è poi l'argomento che ci riguarda. Una modesta microematuria isolata, senza proteinuria, è un quadro di frequente riscontro in patologia pediatrica e non sempre di facile interpretazione: per questo è necessario dare delle coordinate per renderla "più interpretabile".

La microematuria può essere definita, in base alla durata, come: Transitoria, quando è presente per una durata inferiore a 6 mesi e diviene infine negativa in 3 esami urine consecutivi; Intermittente, quando è presente per più di 6 mesi ed è documentata in meno del 50% degli esami delle urine eseguiti; Persistente, quando è presente per più di 6 mesi ed è documentata in più del 50% degli esami delle urine eseguiti. Nel suo caso, non conosciamo l'esito del sedimento urinario (che potrebbe essere assolutamente non significativo), né si capisce bene se sono stati eseguiti 3 esami urine consecutivi, che hanno evidenziato tutti la presenza di emoglobina, oppure se, dopo tre esami urine negativi, l'ultimo ha mostrato la presenza di emoglobina.

Ad ogni modo, in entrambi i casi, non è ancora possibile inquadrare con certezza la condizione in una delle tre categorie suddette (potremmo, ad oggi, considerarla come microematuria "occasionale" o "ripetuta"); tuttavia, è necessario precisare che il solo tipo di microematuria che merita attenzione è la forma persistente, in quanto è l'unica per la quale è stata dimostrata con frequenza significativa una patologia renale sottostante.

Per quanto detto, nel caso in oggetto, gli accertamenti da effettuare sono rappresentati da controlli periodici dell'esame urine, anche con l'osservazione microscopica del sedimento urinario, al fine di poter valutare l'evoluzione di tale microematuria: e' meglio quantificabile tramite l'analisi del sedimento urinario? Persisterà e per quanto tempo? Seguiranno degli episodi di macroematuria? Nel frattempo, sarebbe utile una accurata anamnesi al fine di indagare l'eventuale presenza di parenti che abbiano sofferto di insufficienza renale, lesioni oculari ed uditive che configurano una sindrome familiare ben precisa chiamata Sindrome di Alport. Oppure, parenti che abbiano avuto episodi di macroematuria isolata (anch'essa spesso familiare), ipertensione o calcolosi renale. Relativamente alla bambina, poi, deve essere in particolare esclusa una vulvite (N.d.R.: infiammazione degli organi genitali esterni femminili) oppure pregressi episodi di infezioni delle vie urinarie, traumatismi o calcolosi renale, tutte condizioni che, assieme ad episodi febbrili, possono dare una isolata microematuria.

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