Ho una bambina di tre anni che deve essere operata di adenoidi e tonsille, perché ormai le infezioni con febbre alta erano diventate molto frequenti. Ho deciso di seguire il consiglio del mio pediatra che ritiene l'intervento chirurgico inevitabile, ma vorrei sapere perché certi pediatri invece consigliano di attendere.
L'adenoidectomia e la tonsillectomia sono due distinti interventi chirurgici, anche se per consuetudine vengono spesso attuati contemporaneamente. L'asportazione delle adenoidi e/o delle tonsille rappresenta l'operazione chirurgica in anestesia generale più frequentemente eseguita in età pediatrica, ma negli ultimi 10-15 anni si è verificata una netta riduzione degli interventi: ciò è da attribuirsi alla diatriba che ha caratterizzato la comunità medica negli ultimi due decenni per quanto concerne le reali indicazioni all'adenoidectomia e/o tonsillectomia.
Come è noto, le tonsille e le adenoidi sono accumuli di tessuto linfatico, le prime situate in fondo alla gola (ai lati dell'ugola e della faringe), le seconde nascoste nella parte posteriore della faringe. Il loro compito è di costituire una barriera protettiva contro i batteri e i virus; non sempre però riescono a resistere agli attacchi di questi agenti infettivi, per cui spesso si infiammano e si ingrossano. Di conseguenza le indicazioni all'adenoidectomia e/o alla tonsillectomia possono essere di carattere ostruttivo e di carattere infettivo. Le indicazioni per problemi ostruttivi comprendono l'ostruzione cronica delle vie respiratorie superiori causata da ipertrofia adenoidea, tonsillare o adenotonsillare. I sintomi compaiono più frequentemente durante il sonno con respiro russante e/o episodi di apnea, ma anche di giorno con respirazione abituale a bocca aperta, difficoltà alla deglutizione, disturbi della crescita staturo-ponderale (da ipossia cronica), sonnolenza di giorno (come conseguenza dei frequenti risvegli notturni e del sonno disturbato). Le indicazioni per problemi infettivi includono, per quanto riguarda le tonsille, un'elevata ricorrenza di faringo-tonsilliti da streptococco beta-emolitico di gruppo A e l'ascesso peri-tonsillare.
Nel caso invece di evidente ipertrofia adenoidea, le otiti recidivanti rappresentano indicazioni all'adenoidectomia in alternativa o in concomitanza ad altri provvedimenti come l'applicazione di un drenaggio trans-timpanico o la profilassi antibiotica. Le adenoidi ingrossate inoltre, inibendo il normale flusso dei secreti dal naso alla faringe, possono favorire la comparsa e la persistenza di processi infettivi del rinofaringe che, estendendosi ai seni paranasali e alla mucosa bronchiale, danno luogo alla cosiddetta "sindrome sino-bronchiale" caratterizzata da tosse persistente, rinite cronica e scolo di muco-pus sulla parete posteriore del rinofaringe.
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