Ho due bambini di dieci e quatto anni, molto legati al nonno materno. In questi giorni è ricoverato in ospedale per accertamenti che non fanno pensare a niente di positivo avendo trovato metastasi al fegato. Cosa dire ai bambini in merito alla serietà del problema? Come prepararli all'eventuale dipartita del nonno?

Gentile Signora/e, sia pure in modo diverso, i bambini si interrogano circa la morte e spesso, all'interno di questi interrogativi, essa viene percepita con sentimenti quali la paura e l'angoscia. L'interrogativo verso il morire è presente quando un bambino riconosce la possibilità che non solo le cose, ma che anche gli animali e così pure le persone, non vivono eternamente. Fornire delle risposte ad un bambino è di fondamentale importanza perché egli possa comprendere correttamente questo processo. Quando si presenta un evento doloroso in famiglia, spesso i genitori cercano di aiutare il proprio figlio evitando di parlare di qualsiasi argomento riguardante non solo il morire, ma anche tutto ciò che si riferisce alla malattia, come se il tacere servisse ad esorcizzare il presente da quel passaggio necessario di ogni esistenza.

Spesso il silenzio degli adulti si riferisce a paure personali nel raccontare l'evento malattia e il processo di morte. Anche i suoi figli hanno bisogno di parlare di ciò che sta accadendo al nonno: questo permette di elaborare in modo anticipato un lutto che, da ciò che Lei riferisce, è molto vicino. Ciò permette di evitare che questo evento assuma proporzioni non delineate correttamente. Con questo mi riferisco al fatto che le informazioni che arrivano dall'esterno riguardo al processo di morte sono ingigantite perché influenzate dal morire surreale o deformato che viene trasmesso nei telefilm o addirittura nei cartoni animati. Pertanto, è giusto che l'evento di morte del nonno venga discusso con i suoi figli affinché essi possano elaborare questo processo in modo personale e con il sostegno dei genitori, e non con quello del potere mediatico. I suoi bambini possono comprendere e farsi un'idea "dopo" quel triste evento, solo se i genitori ne hanno parlato "prima" con loro. Conduca l'argomento sulla malattia del nonno, sul perché una persona muore, che cosa succede dopo la morte e sul fatto che essa sarà un evento che riguarderà anche il loro caro. Le risposte sicuramente le potrete trovare a seconda di come sia stata educata la vostra bambina, se alla religione e alla fede o meno. Ponete attenzione al fatto che malattia non è sinonimo di morte, ma spesso di guarigione, di rigenerazione, affinché non associno a tutte le malattie questo evento terminale della vita.

Chiarite con loro che dormire non vuol dire morire. Ciò che conta, essenzialmente, è che i Suoi figli hanno bisogno di sentire nelle parole e negli atteggiamenti dei loro genitori, equilibrio, sicurezza e protezione e consapevolezza che la morte è un evento naturale come la nascita. Spesso in bambini dai quattro anni in poi la morte è vista come una cosa naturale, in quanto la vita e la morte sono considerati due stadi conseguenti, ma va a loro spiegata con il significato che con la morte cessa la vita fisica di una persona, ma non quella affettiva e a maggior ragione non viene a cessare il loro rapporto affettivo con il nonno. È sicuramente questa verità che desiderano venga raccontata loro. Avrà modo di notare così che i suoi bambini non avevano bisogno di eccessive sollecitazioni per parlare di tutto questo; verrà alla luce, probabilmente, anche il fatto che poterne discutere reca loro sollievo, ma soprattutto che aspettavano con ansia questo momento.

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