La mia bimba di quattro anni ha un comportamento strano. La maestra della scuola materna non fa che elogiare il carattere docile e responsabile della bimba, mentre quando sta con me o con i nonni si trasforma: fa continuamente capricci, vuole scegliere i vestiti da sola abbinandoli seguendo un suo criterio, dice sempre no a priori, sembra che faccia apposta per farci disperare. Ho provato con la dolcezza, con le punizioni, con gli sculaccioni: sembra sempre irritata e basta una sciocchezza per farla andare in collera. Non riesco a trovare un metodo che mi permetta di porre un freno e ristabilire certe regole che fino ad un anno fa rispettava. Se sono troppo paziente se ne approfitta, se sono rigida ottengo l'effetto contrario. Non mi sembra normale che a quattro anni sia lei a dettare regole su tutte quelle cose quotidiane che, se per altri genitori sono normali da ottenere, per noi sembrano diventate impossibili. Si vuol pettinare, vestire, lavare solo come vuole lei; a tavola sedere dove vuole lei, uscire quando decide lei. Cerchiamo di resistere su certe cose che ci sembrano fondamentali: l'ora di andare a letto, l'ora di mangiare ma lottare sempre e per tutto è diventato stressante. Non ci sentiamo dei buoni genitori e la nostra grande paura è di farla diventare solo una bimba viziata e prepotente. Come comportarci? E perché a scuola è cosi docile e "brava"? Appena usciamo dalla porta della scuola inizia la lotta. Se le chiedo qualcosa e ha voglia di parlare tutto OK, altrimenti comincia a dire che devo stare zitta. E poi richiede costantemente la mia presenza per ogni cosa. La lascio sola, quando assolutamente non posso dedicarle attenzioni, le dico di aspettare qualche momento, ma la parola aspettare non sa cosa significhi. È diventata una dittatrice in casa nostra!
Cara mamma, in linea di massima, in tema di educazione di bambini, vale una regola: cedendo su qualcosa (di poco importante) si può ottenere qualcos'altro (di veramente importante). Questa procedura diventa preziosa con i bambini che crescono: chiedono, vogliono, e bisogna iniziare a patteggiare, con santa pazienza. E, con santa pazienza, cominciamo a distinguere desideri legittimi dai comuni capricci. Dalla tua lettera ho compreso che ciò che in sostanza ti fa "disperare" è la pervicace richiesta della bambina a lavarsi e vestirsi come vuole lei. Inoltre hai fatto di tutto per descrivermi una bimba intrattabile e prepotente, un vero tormento per chi le sta accanto: risponde con malagrazia, è ostile, anzi di più, iperreattiva.
Tuttavia quello che dice di lei la sua insegnante è illuminante, se non altro dovrebbe farti comprendere che tanta ostilità la bimba la esprime dentro casa, e probabilmente in reazione a qualcosa che dentro casa succede. Proviamo per un attimo a vedere le cose dalla parte della bimba: divisa e acconciatura dei capelli imposti (da te), buona e zitta in mensa e senza protestare in camerata quando è ora di spegnere le luci. Non è che ci sia molto da stare allegri.
Immagina ora con me una scena. Tu chiami la bimba e le dici: vieni, la mamma ti mette la maglietta gialla e ti fa la coda di cavallo ai capelli prima di uscire. E la bimba, per nulla attratta dalla prospettiva, protesta: "Noooo, voglio la maglietta rossa e la treccia". E quindi iniziate la "lotta". Se non ho alcuna difficoltà ad immaginarmi una bimba di quattro anni che sostiene la sua posizione, (grida a squarciagola, pesta i piedi e urla: "voglio la trecciaaaaaaaa!!!"), ammetto che darei un occhio della testa per sapere tu cosa le dici.
Ma sorvolando su questo aspetto, che soddisferebbe solo una mia pruriginosa curiosità personale, sono alquanto stupita nel pensare che un adulto possa entrare in conflitto con un bimbo di quattro anni per motivi del genere. Davvero ti senti defraudata nel farle la treccia e nel metterle la maglietta che vuole lei???? Davvero senti di "cedere" nell'accontentarla???? Forse che non le dovrai tutte e due lavare e stirare, e non saranno tutte e due da buttare perché tra un anno sarà cresciuta e non le entreranno più?
Quindi da un lato c'è una bambina senz'altro indomita e ribelle, ma dall'altro c'è una organizzazione domestica un tantino rigida e più adatta ad una caserma, con una mamma altrettanto intransigente. A me, sinceramente, intenerisce questo inizio di civetteria femminile in una bimba, e devo dirti che, alla lunga, l'avere un figlio che, come la tua, si lava e si veste da solo mi ha molto aiutata in quei giorni densi di lavoro in cui il tempo sembra non bastare mai.
Ma il punto è che tu non sei intenerita da queste cose, e non vedi di buon occhio l'autonomia e l'indipendenza di tua figlia, e l'impressione che mi dai è che tu faccia di tutto per azzerare il fastidio che la bimba ti procura, presenza ingombrante e dittatoriale in casa tua. E, devo ancora dirti, che mi sembri anche molto ostile nel giudicare come lei fa le cose.
Cara mamma, capisco la necessità di stabilire delle regole, e di mettere dei paletti quando si educa un figlio. Ma le regole sono quelle che servono ad orientare il bambino nel comportamento, e a dargli dei traguardi nelle sue tappe di crescita, non sono meri esercizi di sottomissione e di disciplina. "Non attraversare da solo" lo diciamo a chi non è ancora in grado di valutare un pericolo, e il rischio derivante da un suo comportamento sconsiderato val bene uno scapaccione. Crescendo, però la regola si elabora: "Guarda a destra e sinistra" è il successivo corollario, e quando il nostro ometto l'ha ben compreso certamente attraverserà la strada da solo.
L'obbedienza alla regola ha reso possibile un apprendimento, ed è ciò cui un genitore deve sempre mirare: l'obiettivo è quello di insegnargli qualcosa, non di proibirgli qualcos'altro, insegnargli qualcosa che lo renda sempre più autonomo ed indipendente, un essere con la piena consapevolezza di ciò che fa e di ciò che lo circonda e dei meccanismi che regolano l'ambiente in cui vive.
E tu, cara mamma, cosa mi combini? Tua figlia vuole imparare a lavarsi e vestirsi da sola, e tu anziché sostenerla la punisci? E ti meravigli che sia irritata e intrattabile? Sarà perché si sente un pochino oppressa, o perché si sente vessata, o perché ha solo quattro anni, e non ha la capacità argomentativa e anche la forza emotiva di chiederti ciò che invece ti chiedo io: perché??? Perché mettersi la maglietta che dice mamma o pettinarsi come vuole mamma? Perché è "fondamentale" l'ora di cena, perché è "fondamentale" l'ora di andare a letto?
Hai mai provato a spiegarle queste cose? E spero proprio che ci siano dei motivi, che a me sfuggono, in quanto non oso pensare che tu ti vada ad impuntare irragionevolmente. Cara mamma, rilassati un pochino !!! È estate, fa caldo, tutti quanti non vediamo l'ora che arrivi la sera per avere un po' di fresco: ma davvero ti costa tanto chiamare tua figlia fuori al balcone e restare chiacchierare un po'? Non succede niente se non va a dormire all'ora fissata e vedrai che fuori al balcone non ti dirà di stare zitta.
Oppure portala a fare una passeggiata al giardino dopo cena: resteresti stupita nel vedere come è affollato di bambini in bicicletta la sera. Prova, un giorno, a chiederle la mattina: come vuoi essere pettinata? Ti aiuto? Spiegale che il vestito di organdis lo hai comprato per il matrimonio della zia, e non potrà essere indossato prima di quel giorno, ma per il resto falle scegliere cosa mettersi. Tutti gli esseri umani godono di questo privilegio, compatibilmente con le possibilità offerte dal proprio guardaroba: perché negarglielo? Ma soprattutto non stancarti mai di spiegarle le cose: essere coscienti e coinvolti nel mondo circostante ci rende, guarda un po', docili e responsabili. È l'essere ignari e tagliati fuori dalle decisioni che ci rende ostili.
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