Vorrei sapere quanto un bambino di 16 mesi è in grado di regolarsi in fatto di cibo. Premesso che mio figlio non ha certo l'aspetto di un bambino deperito e rientra perfettamente nelle tabelle di crescita, ci sono dei giorni che non ne vuole sapere del pranzo o della cena. Vorrei sapere come comportarmi. Forzarlo mi sembra sbagliato, anche perché è veramente difficile, ma anche assecondare questo capriccio forse non è giusto. Lascio correre oppure devo insistere?
La cosa più importante è controllare il peso del bambino e la sua statura nel tempo (attraverso le tabelle di crescita, dette anche curve dei percentili). Se i due parametri seguono delle linee di crescita (è il pediatra che in base alle sue curve di accrescimento deve interpretarle) con regolarità il problema non si pone. Ogni bambino può avere un senso di sazietà diverso dall'altro in base alla dieta (di cui non possiamo trattare in questa risposta perché ci porterebbe lontano). È chiaro che l'obeso lo ha diverso dal bambino magro o normale.
Ad ogni modo all'età del suo bambino - i terribili due anni - i rifiuti ed i capricci sono la regola sia per il cibo che per altre situazioni. Infatti così il bambino riesce ad affermare la propria personalità e va gestito con il solito buon senso. C'è da immaginarsi come si senta importante un bambino a 16 mesi nel camminare da solo e nel correre rispetto a quando si sentiva totalmente dipendente dai genitori. Così pure il bambino assapora delle sue "vittorie" che aumentano la sua fiducia in sé stesso dicendo: adesso cammino da solo e vado dove voglio io. Allo stesso modo può essere gratificato, dicendo... "adesso mangio quando mi pare e quello che mi pare".
Quindi è in questo modo di vedere che va anche gestito. Lo si lascia scorrazzare per casa, correre, ma se va in zone pericolose va fermato, consigliato e anche forzato. Lo stesso per il cibo. Forzarlo o acconsentire a tutto non va bene. È necessario osservare serenamente se il bambino cresce regolarmente in peso ed in altezza, cercare di capire anche il perché di certi rifiuti (gioca ad affermare la propria personalità o ha una vera e propria avversione per un determinato cibo?) e cercare di farlo adattare, senza forzature, alla nostra alimentazione.
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