Vorrei avere qualche informazione riguardo al vaccino contro il virus della varicella e più precisamente che caratteristiche ha il virus vaccinale (inattivato o attenuato), a che età è consigliata la vaccinazione e se va fatta in un'unica dose. Ed infine che effetti collaterali può avere nel bambino ed eventualmente nei suoi familiari, questo tenendo conto che, nel mio caso, ho un bambino di tre anni e sono in attesa del secondo (7° settimana).
Il vaccino contro il Virus della Varicella-Zoster (VZV) è costituito dal virus vivo attenuato, ottenuto a partire dal ceppo selvaggio Oka. Nel prodotto sono contenute tracce di neomicina e gelatina; in Italia sono registrati due prodotti commerciali.
La dose di vaccino raccomandata è di 0,5 ml per via sottocutanea e può essere somministrata contemporaneamente all'MRP (vaccino contro Morbillo-Rosolia-Parotite), ma devono essere usate sedi e siringhe diverse. Se non si somministrano assieme, deve passare almeno un mese di intervallo; tuttavia, è da poco disponibile il vaccino tetravalente, che protegge contemporaneamente nei confronti di Morbillo, Rosolia, Parotite e Varicella che risolve questo problema.
Considerando la frequenza di reazioni gravi e di morte dopo infezione naturale da varicella si raccomanda la vaccinazione universale nella prima infanzia e nei bambini più grandi o negli adolescenti ancora suscettibili (cioè bambini senza storia attendibile di pregressa varicella o in assenza di evidenza sierologica per varicella), che non presentino controindicazioni alla vaccinazione stessa.
La vaccinazione non è indicata prima dei dodici mesi di vita e, per quanto riguarda il numero di dosi da somministrare, nella fascia di età 12 mesi - 13 anni (da effettuare in qualsiasi momento) si raccomanda una sola dose di vaccino a tutti i bambini sani che non abbiano ancora contratto la malattia.
Gli adolescenti sani dopo il 13° anno e gli adulti devono, invece, essere vaccinati con due dosi a distanza di 4-8 settimane. Questi dosaggi sono sufficienti a conferire un'immunità duratura, così come è stato dimostrato dalle esperienze americane e giapponesi.
Esistono delle controindicazioni alla vaccinazione antivaricella: il vaccino, infatti, non deve essere somministrato a pazienti immunocompromessi oppure a bambini che sono in trattamento con farmaci steroidei ad alte dosi (occorre aspettare almeno un mese tra l'interruzione della terapia steroidea e la vaccinazione).
Allo stesso modo, il vaccino contro la varicella non deve essere somministrato dopo trattamento con qualsiasi forma di immunoglobuline od altri emoderivati. Inoltre, si raccomanda di non somministrare salicilati per sei settimane dopo la vaccinazione in quanto non è del tutto chiarita la relazione tra la vaccinazione, l'assunzione di salicilati ed una grave malattia chiamata sindrome di Reye (N.d.R.: si tratta di una malattia acuta molto rara, spesso fatale, che interessa esclusivamente bambini di età inferiore ai 15 anni e che si manifesta con vomito, ipoglicemia, segni di lesione progressiva del sistema nervoso centrale e danni epatici).
Ancora, il vaccino non deve essere somministrato a soggetti che hanno avuto reazioni allergiche gravi (tipo anafilassi) verso i componenti del vaccino, come gelatina e neomicina. Infine, il vaccino non deve essere somministrato ad una donna gravida, dato che non sono noti gli effetti sul feto.
Viceversa, la presenza di una donna gravida in famiglia (come nel caso in oggetto) non controindica la vaccinazione di un bambino. Infatti, la contagiosità del virus vaccinale è molto scarsa e oltre il 95% degli adulti è immune; inoltre, la vaccinazione del bambino ridurrà la probabilità della madre di esposizione alla varicella.
Per quanto concerne gli effetti collaterali della vaccinazione, occorre dire che sono minimi e si verificano con frequenza compresa tra il 5% ed il 35%. Circa il 20% dei soggetti presenta delle reazioni lievi (rossore, gonfiore e dolore) nella sede di iniezione; nel 3-5% dei bambini si sviluppa un esantema localizzato e, in un ulteriore 3-5%, un esantema generalizzato.
Queste manifestazioni cutanee compaiono da 5 a 26 giorni dopo la vaccinazione. La febbre, invece, non è considerata come un effetto collaterale significativo della vaccinazione. L'esperienza maturata negli USA (dove dal 1995 è in corso una vasta campagna vaccinale) indica che la trasmissione del virus del vaccino ai contatti è estremamente rara (solo tre casi ben documentati) ed avviene solo se la persona vaccinata sviluppa l'esantema.
Per concludere, solo rarissimamente sono stati riferiti effetti collaterali gravi, come encefalite, atassia, trombocitopenia, polmonite, eritema multiforme ecc., in associazione alla vaccinazione. Ma, come ho detto all'inizio, rispetto alla vaccinazione questi effetti collaterali gravi sono di gran lunga più frequenti quando ci si ammala di varicella.
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