Il problema dell'obesità, del "grasso in eccesso" esiste da secoli: basta visitare una galleria d'arte o sfogliare libri di storia per verificare che si tratta di un fenomeno diffuso da molto tempo. Tradizionalmente, infatti, l'obesità è stata associata alla prosperità e all'abbondanza, e questa visione è ancora viva in molti paesi in via di sviluppo minacciati dalla carestia e dove l'obesità potrebbe quindi essere considerata un vantaggio.

Nei paesi occidentali, invece, il canone della moda sostiene che "magro è bello" e la grande pressione sociale verso le persone in sovrappeso ha determinato un'enorme industria per prodotti dimagranti. 

Nonostante questa pressione sociale che impone di essere magri, la prevalenza degli obesi sta notevolmente crescendo, tanto da indurre gli esperti a credere che l'obesità dovrebbe oggi essere ritenuta uno dei maggiori e più trascurati problemi di salute pubblica del nostro tempo.

L'obesità è sempre più in aumento

Si può parlare di obesità quando il peso di un bambino supera del 20% il peso ideale (in base al sesso e all'altezza), di soprappeso se lo supera del 10-20%. In certi casi si parla di super-obesi: sono quei bambini il cui peso supera del 40% i valori normali.

Negli ultimi decenni il numero di bambini con problemi di peso, in Italia come nel resto del mondo industrializzato, è costantemente aumentato tanto che i bimbi in sovrappeso sono praticamente duplicati negli ultimi 20 anni.

In Italia, secondo i dati pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità e dall'ISTAT e aggiornati al 2000, sono quasi il 4% dei bambini a essere obesi e il 20% in sovrappeso. Dati più recenti (2003), forniti dalla Federazione italiana medici pediatri (FIMP), fanno salire le percentuali rispettivamente al 10% e al 30%. 

Il problema interessa soprattutto la fascia di età 6-13 anni e i maschi rispetto alle femmine, con una concentrazione maggiore al Sud piuttosto che nelle regioni centrali e settentrionali.

Cause e conseguenze dell'obesità

Questi bambini in sovrappeso hanno un rischio notevolmente maggiore di diventare degli adulti obesi e di soffrire, nel loro futuro, delle tipiche complicanze derivanti dall'obesità come il diabete, l'ipertensione, le malattie cardiocircolatorie, i calcoli biliari, l'artrosi e alcuni tipi di tumore (patologie tanto più frequenti quanto più precoce è l'obesità).

L'obesità infantile è dovuta ad un insieme di concause: scarsa educazione alimentare, predisposizione genetica, stile di vita (spesso troppo sedentario), ambiente familiare e condizioni socioeconomiche. È, però, da sfatare la convinzione generale che un bambino diventa obeso solo perché mangia troppo; non sempre, infatti, un bambino "cicciotello" è necessariamente un "mangione"; più frequentemente capita che egli preferisca cibi molto calorici, ricchi di zuccheri e grassi, associati a bevande dolci.

Intervenire fin da piccoli

Occorre ricordare che un'iperalimentazione nei primi due anni di vita oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose, determina anche un aumento del loro numero; da adulti, pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all'obesità ed una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti, perché sarà possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non sarà possibile eliminarle. Intervenire durante l'età evolutiva è, quindi, di fondamentale importanza, perché ci dà la garanzia di risultati migliori e duraturi.

Meno grassi più carboidrati

È importante sapere che non conta solamente quanto si mangia, ma anche e soprattutto che cosa si mangia. I grassi dovrebbero fornire mediamente il 25% delle calorie totali, con prevalenza di quelli di origine vegetale (soprattutto olio extravergine d'oliva); mentre la maggior parte delle calorie deve venire dai carboidrati (55-60%), soprattutto dai glucidi complessi, come pasta, pane, riso, che impiegano più tempo ad essere assimilati e quindi mantengono più a lungo sotto controllo la sensazione di fame. 

È, invece, consigliabile non esagerare con lo zucchero, e più in generale con gli zuccheri semplici (come il miele), che vengono immediatamente assorbiti dall'organismo.

Nel bambino obeso è più che mai necessario un approccio dietetico adeguato che prevede, pur nella riduzione dell'apporto calorico globale, un'assunzione perfettamente bilanciata di tutti i nutrienti essenziali. In generale, comunque, si può mangiare un po' di tutto e nessun alimento andrebbe eliminato completamente, a meno che il medico stesso non lo consigli.

Prevenzione dell'obesità

Esistono tuttavia alcune regole generali da seguire:

  • Non saltare la prima colazione;
  • Mangiare ad ogni pasto verdure cotte o crude, meglio se all'inizio, per stimolare il senso di sazietà;
  • Preferire cotture che non prevedono un condimento grasso (al vapore o al forno);
  • Consumare pochi formaggi e solo magri;
  • Sostituire almeno due volte la settimana il primo e il secondo con un piatto unico;
  • Consumare due o tre frutti tutti i giorni;
  • Sostituire pane e pasta con patate e legumi: il loro assorbimento è più lento e perciò, a parità di peso, aumentano di sazietà;
  • Inserire nella dieta il pesce (almeno due o tre volte la settimana);
  • Non bere bevande zuccherate.

L'importanza dell'attività fisica

Contemporaneamente è opportuno abituare il bambino a praticare attività fisiche e sportive (uso della bicicletta, corsa podistica, gioco del calcio, alcune attività di palestra); è importante che questa scelta diventi per il bambino un'attività costante e serva a limitare le attività sedentarie come il dannoso stazionamento davanti alla televisione e l'uso eccessivo del computer.

l ruolo dei genitori diventa quindi molto importante, perché sono proprio loro a dover dare il buon esempio e garantire un ambiente di crescita sereno e sano. Se questo non dovesse essere sufficiente diventa opportuno richiedere l'intervento di medici, dietisti e psicologi specializzati.

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