Gradirei saper i tempi effettivi di recupero dopo un intervento chirurgico di piede piatto, nel senso di conoscere, con una certa approssimazione, dopo quanto dall'intervento chirurgico il mio bambino potrebbe riprendere una deambulazione normale. Inoltre gradirei sapere la durata dell'intervento e la pericolosità e se eventualmente esistono tecniche alternative non chirurgiche ugualmente efficienti.

Le tecniche chirurgiche per la correzione del piede piatto nell'infanzia sono svariate. Quasi tutte consistono nell'introduzione di una vite che, procurando uno stimolo nocicettivo (N.d.R.: doloroso) a livello subliminale, determinano un assestamento del piede attraverso l'invio di stimoli cavizzanti da parte del cervello sui muscoli della pianta del piede.

L'introduzione della vite può avvenire sia nel pavimento del calcagno che nell'astragalo o anche nel seno del tarso. Le differenze sono modeste. L'unica differenza consiste, in alcuni casi, se vengono eseguite manovre chirurgiche aggiuntive, come per esempio l'allungamento del tendine d'Achille o se vengono operati contemporaneamente o no i due piedi. La ripresa è di solito veloce. Il bambino si alza il giorno seguente l'intervento ed inizia a deambulare con l'ausilio di bastoni canadesi per abbandonarli nell'arco di una ventina di giorni. La deambulazione fluida viene recuperata entro un paio di mesi e la corsa e le attività sportive entro i primi sei mesi.

È ovvio che le differenze dipendono anche dalla tecnica adottata e, pertanto, è meglio chiedere al chirurgo tutte le notizie riguardanti la tecnica e il decorso post operatorio. Mi permetto solo di sottolineare che è estremamente importante la scelta dell'età che non deve essere inferiore ai 11-12 anni nelle femmine e ai 12-13 anni nei maschi. Il piede cioè deve essere in prossimità del termine del suo accrescimento per scongiurare la possibilità di recidive che si verificano più facilmente se il piede viene operato in età precoce.

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