Cosa è un'ernia iatale? Quali sono i sintomi? Ci sono delle cure? Il mio pediatra dubita che il mio bambino di cinque anni ne soffra.
Con il termine "ernia" si intende lo spostamento di un organo dalla sua cavità naturale attraverso un'apertura anomala, detta porta erniaria. Può essere congenita (cioè presente alla nascita) o acquisita (ossia verificarsi, per vari motivi, dopo la nascita). Questo spostamento può avvenire verso l'esterno, e quindi essere visibile: si parla allora di ernia esterna (es. ernia inguinale o ernia ombelicale). Oppure lo spostamento si verifica in un compartimento cavo contiguo, e allora non può essere visibile: si parla perciò di ernia interna.
Prima di definire l'ernia iatale è necessario però accennare qualcosa sul diaframma, ossia la "membrana" muscolare che, posta trasversalmente, separa la cavità toracica da quella addominale. Il diaframma non è perfettamente uniforme ma presenta delle aperture (o iati) attraverso cui passano i vasi sanguigni e l'esofago; quest’ultimo, localizzato in posizione intratoracica, e perciò sovradiaframmatica, si congiunge poi allo stomaco al di sotto del diaframma. Per ernia iatale, quindi, si intende la dislocazione parziale o totale dello stomaco, attraverso lo iatus (l’apertura) esofageo, nella cavità toracica. Essa è un'ernia interna ed è, di solito, congenita nei bambini.
Esistono varie forme di ernia iatale: forme minori, in cui la dislocazione dello stomaco non è permanente, ma ritorna nella sua posizione naturale con un meccanismo che potremmo definire di "va e vieni"; e forme maggiori, in cui la dislocazione dello stomaco è permanente. Quest’ultime sono rappresentate da: ernia iatale da scivolamento (in assoluto la più frequente e, spesso, asintomatica forma di ernia iatale), quando ad essere dislocati sono la giunzione esofago-gastrica e la porzione prossimale dello stomaco; ernia iatale paraesofagea (rappresenta meno del 5% di tutte le ernie iatali), quando lo stomaco ernia , del tutto o in parte, nel torace, mentre la giunzione esofago-gastrica rimane in sede sottodiaframmatica; ernia iatale mista, che contempla le due precedenti forme. Anche un brachiesofago (esofago corto) congenito o acquisito, può "tirare" in alto lo stomaco e realizzare così un'ernia iatale.
Vediamo ora quali sono i sintomi. Per meglio parlare della sintomatologia è necessario riprendere un concetto prima accennato, cioè la giunzione esofago-gastrica. Come detto, è questa il punto di unione dell'esofago allo stomaco ed è situato in sede sottodiaframmatica. A livello di tale giunzione ha sede un meccanismo "a valvola" piuttosto complesso che impedisce al contenuto gastrico, molto acido, di risalire nell'esofago; quest’ultimo non è strutturato per tollerare l'acidità gastrica per cui, quando ciò accade, si hanno dei sintomi di sofferenza e, se accade spesso, l'esofago viene ad esserne danneggiato. Ora, nel caso in cui si verifica una dislocazione della giunzione esofago-gastrica, (come accade nell'ernia da scivolamento) la funzione valvolare viene invariabilmente perduta, e si avranno perciò sintomi da reflusso gastro-esofageo, dovuti cioè al passaggio del contenuto gastrico in esofago. Tali sintomi possono presentarsi molto precocemente: rigurgito, vomito, rallentamento della crescita, anoressia, irrequietezza (il bimbo più grande può lamentare dolori al petto), problematiche respiratorie, anemia.
Quando, invece, non vi è dislocazione esofago-gastrica (come nel caso dell'ernia iatale paraesofagea) non c'è una particolare predisposizione al reflusso gastro-esofageo ed i sintomi compaiono più tardivamente (dopo il primo anno di vita) sotto forma di dolori addominali dopo i pasti, dolori toracici occasionali oppure fenomeni causati dallo stomaco erniato (ad esempio senso di compressione o di ingombro toracico) mentre sono rare in età pediatrica le complicanze quali emorragie e strangolamento del viscere. Ovviamente, nella forma mista possono coesistere entrambe le sintomatologie.
Occorre precisare, tuttavia, che la funzione di "valvola" prima citata può essere alterata anche in presenza di una regolare disposizione della giunzione esofago-gastrica e dello stomaco. Perciò, il reflusso gastro-esofageo può verificarsi (e si verifica) in assenza di ernia iatale; anzi, per essere precisi, il reflusso associato all'ernia iatale rappresenta, in termini di frequenza, solo una minima parte dei casi di reflusso gastro-esofageo. Da quanto detto, relativamente alle caratteristiche e soprattutto alla frequenza delle diverse forme di ernia iatale, si evince che la terapia è diretta non all'ernia in sé ma al reflusso gastro-esofageo, per il quale esistono mezzi precisi di definizione diagnostica e di quantificazione dell'entità dello stesso, nonché terapie efficaci, ben sperimentate e molto ben conosciute dai pediatri. Nei rarissimi casi, invece, di ernia iatale voluminosa od importante, associate eventualmente a brachiesofago, con o senza reflusso, l'approccio chirurgico di riposizionamento del viscere si impone.
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