Molti bambini sui due anni di età (ma ci sono quelli che incominciano a 18 mesi e altri che ritardano fino a tre anni), presentano testardaggine, sono cocciuti, disobbedienti; non stanno tranquilli, sono invadenti, rumorosi, impulsivi, non riescono a stare fermi su un gioco più di qualche minuto, reagiscono comunque a qualsiasi tentativo di dialogo anche del genitore più paziente. In una parola, sono entrati nei "terribili due anni".

Questa è una fase normale dello sviluppo del bambino: tutti praticamente passano nel periodo del "no" a tutti i costi, è un transito obbligato sulla via dell'indipendenza. Alcuni più cocciuti di altri sono quelli che hanno un comportamento più difficile: spesso appartengono a questa categoria quei piccini che, nei primi mesi di vita, hanno sofferto di coliche o hanno presentato pianto ricorrente e tensione ad ogni situazione nuova.

Talvolta i genitori non sanno come comportarsi nei confronti del bambino che passa attraverso i "terribili due anni" e, di conseguenza, alcuni hanno atteggiamenti troppo rigidi, altri ripongono eccessive attese nei confronti del comportamento del bambino. Fortunatamente tutti i bambini, dopo questa fase, entrano in un periodo di maggior disponibilità al dialogo.

Che cosa fare?

Verso i due anni il bambino scopre di poter dire di no alle richieste delle persone che gli stanno intorno, anche quando le proposte sono piacevoli; si diverte e gioca sul rifiutarsi di fare qualsiasi cosa, dal vestirsi, a fare il bagnetto, a mettersi il pigiamino, a dover andare a letto. Un comportamento siffatto dura per circa un anno: bisogna perciò aver chiara la situazione e sapere come gestirla per non rimanere frustrati davanti a tanta negatività del bambino. Di seguito troverete qualche utile consiglio per superare questa terribile fase.

  • Non considerate un affronto personale i no di vostro figlio
    Quando il bambino dice no, vuole dire: "devo proprio?", "sei sicura che devo fare questa cosa?". Non c'è mancanza di rispetto nella sua negazione, non vuole darvi fastidio: i "no" gli servono invece per sviluppare la sua indipendenza, la sua identità. Prendetela con filosofia e con humour, non arrabbiatevi!
  • Non applicate punizioni per i suoi "no"
    La punizione dovrebbe riguardare il comportamento del bambino, non la sua esternazione verbale. Ignorate i suoi no e non mettetevi a discuterne il motivo: non fareste altro che prolungare i suoi rifiuti verbali.
  • Concedete delle opzioni al bambino che continua a dire "no"
    Questo è il modo migliore per sviluppare il suo senso di libertà e di decisione; potrebbe essere motivato a cooperare. Alcuni esempi: "vuoi fare il bagno o preferisci la doccia?", "vuoi portare con te l'orsetto Tom o preferisci la tartaruga Tea?", "quale libro ti vuoi portar dietro dai nonni?", "a merenda vuoi una mela sbucciata o un succo di arancia?", "preferisci questo vestitino o la tuta da ginnastica?", "vuoi andare in cortile a giocare o stare in camera tua?" e così via.
    Davanti a un compito che il bambino non vuole eseguire, si può dire: "vuoi farlo velocemente o piano, piano?", oppure, "lo faccio io o lo vuoi fare tu?". Se il bambino si trova davanti delle possibilità di scelta, compierà buoni passi verso il momento della cooperazione.
  • Non date al bambino alternative davanti a certe situazioni
    Certe regole non devono essere discusse: situazioni a rischio di pericolo, oppure andare a letto, alla scuola materna, fare il bagno non ammettono deroghe. Non concedete alternative quando sapete bene di non poterle rispettare. Piuttosto formulate la vostra richiesta, se ci sono resistenze, in questo modo: "mi dispiace, ma devi andare a letto". Evitate invece modi troppo imperativi tipo: "vai a letto!", "fai subito quello che ti ho detto!".
  • Dategli tempo per passare da un'attività ad un'altra
    Se sta divertendosi ad un gioco e deve interromperlo per un motivo valido, evitate di farlo smettere di colpo, ma lasciategli il tempo necessario: avvisatelo almeno 4-5 minuti prima di fargli cambiare attività.
  • Non create regole su tutto
    Più sono le regole cui attenersi, più difficile è il seguirle tutte. Evitate di insistere su regole non fondamentali, lasciate perdere di farvi ubbidire su tutto. Evitate che vostro figlio si senta costantemente controllato, fate in modo che, nella giornata, siano maggiori i messaggi positivi su quelli negativi: non potete continuamente dire "non fare questo, smettila di toccare quello", etc.
  • Evitate di rispondere alle richieste di vostro figlio con eccessivi "no"
    Cercate di essere disponibili, di rispondere con modi interlocutori, tipo: "aspetta, fammi pensare". Se concedete qualcosa al bambino, realizzate subito il suo desiderio in modo da renderlo felice, non aspettate a dir di sì dopo che si mette a frignare. Se dovete invece rispondere negativamente, dite: "mi dispiace, ma non è possibile" e fornitegli anche un perché, ovviamente legato al suo grado di comprensione.

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