Ho una bambina di quasi sette anni che frequenta la seconda elementare. Questo è il primo anno presso una scuola pubblica in una classe nata quest'anno. Sono molto delusa dalle insegnanti di mia figlia. Una sembra in gamba, ma per problemi di salute è stata molto assente. Un'altra è alle prime esperienze ma di scarsissimo entusiasmo. La terza, quella che per esperienza e continuità dovrebbe essere il riferimento, adotta degli strani metodi di insegnamento: scienze insegnate come nozioni (nomi di piante e animali senza mai un supporto figurativo da mandare a memoria), il sistema solare senza vedere neanche una delle bellissime e accessibilissime immagini di sole o pianeti.
E poi minacce di interrogazioni... bambini terrorizzati dal fatto di dover studiare, e che non comprendono che studiare è ciò che normalmente fanno quando applicano le regole imparate e non il mandare a memoria nomi e nozioni. Il mio disagio è comune a quello di altri genitori, ma non sappiamo come affrontare il problema, se non cambiando scuola.
A me non pare che ciò possa essere di grave danno allo sviluppo di un bambino, ma in certi momenti ho paura di sottovalutare l'effetto che possa avere il dover ricominciare da zero nell'instaurare quella rete di familiarità che nasce in una classe tra i compagnetti. È pur vero che mi sembra impossibile accettare che nei bambini maturi il concetto che studiare sia qualcosa di astratto, imposto dall'alto, e terribilmente noioso e non un'avventura di scoperte e conoscenza.
Quanto influisce sulla crescita di un bambino, sul suo equilibrio e stima di sé, aver un percorso educativo uniforme anche se di bassa qualità, piuttosto che nuovi insegnanti e nuovi compagni alla ricerca (non assicurata, sebbene inseguita) di migliori insegnanti?
Sicuramente anche nella categoria degli insegnanti ci sono degli incompetenti, ma tre in una classe mi sembra un po' eccessivo! Vorrei sapere su quale base le giudichi in tal modo, chi ti assicura che esista poco entusiasmo e poca professionalità in ciò che fanno? Chi ti assicura che il nozionismo sia controproducente e siano così necessarie delle immagini da supporto? E che significa "minaccia di interrogazioni": l'interrogazione è uno strumento fondamentale per capire se la lezione è stata recepita e se l'alunno si è impegnato ad impararla. E, per finire, chi ti assicura che in un'altra scuola tu possa trovare insegnanti più dotate?
Tua figlia sicuramente maturerà sia in questo ambiente, che in un altro, ma in quello attuale percepirà la tua diffidenza nei confronti delle insegnanti e si impegnerà poco, perché convinta dell'inutilità di quello che le insegnano; in questo caso il cambiamento sarà una soluzione ottimale per tutte e due. Se invece decidi di non cambiarle scuola, dovrai impegnarti ad assumere un atteggiamento diverso. Se la tua percezione è condivisa da almeno la metà dei genitori, allora potete manifestare il vostro disagio, convocando una riunione e avanzando delle proposte; se siete solo un gruppetto isolato provate a pensare alla possibilità di esservi sbagliate. Non credo che un cambiamento comprometta l'equilibrio di tua figlia, perché i bambini facilmente si adeguano alle nuove situazioni, stringono nuove amicizie e, se il cambiamento è supportato da spiegazioni valide, la piccola ne comprenderà la necessità. Ma prova a chiederle il suo parere, promettendole che potrà far visita ai suoi vecchi compagni quando vuole. Pensa comunque bene all'eventualità che non siano adeguati nemmeno i futuri insegnanti: risolveresti nuovamente cambiando? A mio parere in questo modo si trasmette al bambino il messaggio che di fronte alle avversità si fugge, anziché affrontare il problema.
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