Dall'ospedale hanno scritto la seguente terapia: per i primi tre mesi dalla nascita somministrare vitamina D + vitamina K e, dal quarto mese al compimento dell'anno di vita, somministrare solo vitamina D. E' una terapia consigliata in tutta Italia?
Gentile Signora, la prescrizione fatta dall’Ospedale è in accordo con le indicazioni della Comunità Scientifica Nazionale e Internazionale relative a queste due vitamine. Per quanto mi risulta, queste indicazioni sono seguite in tutta Italia. Cercherò di spiegarle i motivi, chiarendo prima di tutto che non si tratta di una terapia, ma di una profilassi, il cui scopo è prevenire l’insorgenza di una malattia.
La vitamina K è una vitamina indispensabile per la produzione, nel fegato, di alcuni fattori coinvolti nei meccanismi della coagulazione del sangue; la sua mancanza può favorire la comparsa di emorragie. La vitamina K viene normalmente fornita all'organismo da alcuni alimenti (spinaci, verze, cavoli, cavolfiori, pomodori, tuorlo d'uovo, ecc.) ed è prodotta dai batteri presenti nell’intestino.
Il neonato è totalmente dipendente dagli apporti esterni di vitamina K in quanto:
- il passaggio di questa vitamina attraverso la placenta da parte della mamma è minimo o assente
- i depositi nel fegato sono molto bassi
- la produzione di vitamina K da parte dei batteri intestinali, specie negli allattati al seno, è bassissima per diverse settimane
- il contenuto di vitamina K nel latte materno è ridottissimo; anche l’assunzione di più di un litro al giorno di latte materno potrebbe non garantire gli apporti minimi raccomandati.
Le manifestazioni emorragiche caratterizzano la Malattia Emorragica da Deficit di Vitamina K; essa si verifica generalmente dalla nascita fino a due settimane di vita (forma precoce o classica) ma può presentarsi anche dopo, da 2 fino a 12 settimane (forma tardiva).
La forma precoce ha un’incidenza stimata tra lo 0,25 e l’1,7%; incidenza del tutto teorica dal momento che essa viene efficacemente evitata con la somministrazione profilattica di vitamina K subito dopo la nascita.
La forma tardiva è assai meno frequente (4,4 - 7,2 su 100.000), ma gravissima; infatti può causare esiti invalidanti o addirittura la morte per il frequente interessamento (30–60%) del sistema nervoso centrale. La forma tardiva si verifica pressoché esclusivamente negli allattati al seno, mentre è segnalata solo sporadicamente nei bambini allattati con latte artificiale.
Quindi è proprio per prevenire questa gravissima forma tardiva di Malattia Emorragica da Deficit di Vitamina K che viene prescritta la supplementazione con questa vitamina per i primi tre mesi di vita.
La vitamina D è essenziale per la normale crescita delle ossa e per la loro solidità: infatti regola il metabolismo (cioè il complesso di reazioni chimiche che avviene nell’organismo) del calcio e del fosforo e agisce sulla calcificazione delle ossa, favorendo l’assunzione di questi minerali.
La carenza di questa vitamina può causare il rachitismo, una malattia caratterizzata da rammollimento e deformità delle ossa.Il contenuto di vitamina D nei comuni alimenti è scarso (anche nel latte materno!) tranne che nel pesce (salmone, sardine, sgombro, tonno, olio di fegato di merluzzo) e nel tuorlo d’uovo.
Questa vitamina si forma sulla pelle (fonte principale) mediante la trasformazione, ad opera dei raggi ultravioletti del sole, di un precursore della vitamina D situato sulla pelle stessa. Tuttavia, non è semplice stabilire il rapporto tra esposizione solare e valori di vitamina D nel singolo individuo.
Infatti molti fattori influiscono sensibilmente sulla produzione a livello della pelle di questa vitamina:
- la latitudine: minore è la latitudine e maggiore è la sintesi di vitamina D a parità di tempo e colore della pelle
- la stagione dell’anno: massima sintesi di vitamina D nel periodo estivo e minima o nulla nel periodo invernale, in base alla latitudine
- l’ora del giorno: massima sintesi di vitamina D intorno alle 12
- l’altitudine: maggiore è l’altitudine e maggiore è la sintesi cutanea di vitamina D, comunque in relazione all’inquinamento atmosferico
- l’inquinamento atmosferico: maggiore è l’inquinamento atmosferico e minore è la sintesi cutanea di vitamina D
il colore della pelle: gli individui di pelle scura necessitano di un tempo 5–10 volte più lungo di esposizione solare, rispetto agli individui di pelle chiara, per raggiungere gli stessi valori di vitamina D - la superficie corporea esposta al sole: maggiore è la superficie corporea esposta e maggiore è la produzione cutanea di vitamina D
- l’uso di filtri solari: la sintesi cutanea di vitamina D varia in relazione al fattore di protezione
- le caratteristiche individuali: variazioni dell’attività del metabolismo della vitamina D.
Tutti questi motivi spiegano quindi la necessità di somministrare la vitamina D fino dai primi giorni di vita. Tale supplementazione dovrebbe essere effettuata non solo fino a 12 mesi, ma addirittura nei primi 18-24 mesi di vita, che rappresentano il periodo in cui l’incidenza del rachitismo da deficit di vitamina D è massima, essendo la velocità di crescita scheletrica, più elevata.
Si potrebbe sospendere eventualmente la somministrazione durante l’estate, se il bambino viene esposto regolarmente al sole.
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