Il mio Matteo (5 mesi e mezzo) ha l'occhio sinistro quasi sempre sporco a causa delle lacrime che non defluiscono nel canale naso-lacrimale che secondo la mia pediatra è ancora chiuso (si dice stenosi?). Mi hanno consigliato di aprirlo chirurgicamente se, entro i sei mesi, non si fosse aperto spontaneamente tramite dei massaggi eseguiti con il pollice e l'indice lungo il canale naso-lacrimale (che il mio bimbo non si lascia fare molto volentieri).
Ho sentito dire che questo problema si potrebbe risolvere spontaneamente anche entro il primo anno di vita del bambino. Vorrei delle spiegazioni, è sempre necessario ricorrere all'intervento?
Quanto tempo si può aspettare perché tutto si risolva da solo?
Come viene eseguito l'intervento?
La lacrimazione continua, in genere da un solo occhio, in assenza di pianto, è un disturbo che colpisce due bambini su cento. E' dovuta ad un ostacolo al normale deflusso delle lacrime attraverso il dotto lacrimale, quel canalicolo visibile come un puntino all'angolo interno dell'occhio, nella palpebra inferiore, attraverso il quale le lacrime normalmente scorrono verso le fosse nasali (per cui, quando piangiamo abbiamo necessita di soffiare il naso). Il bimbo che ne è affetto non ha segni di infiammazione locale ed i genitori riferiscono spesso che "ha sempre avuto l'occhio umido, lucido".
L'origine di quest'affezione ostruttiva è generalmente congenita, dipendendo dalla mancata perforazione spontanea della valvola di Hasner, che è una membrana posta nella porzione più lontana del dotto nasolacrimale. In genere il sintomo scompare spontaneamente col tempo, a meno che non compaiano processi infiammatori intercorrenti (chiamati dacriocistiti) che portino ad alterazioni cicatriziali.
I casi più lievi presentano lacrimazione continua (che in termine medico viene chiamata epifora) solo in concomitanza di raffreddore, per il sovrapporsi del muco nasale ad un dotto nasolacrimale ristretto. Il trattamento deve essere rapportato alla reale gravità dell'affezione, considerando la necessità di calmare l'ansia dei genitori, di responsabilizzarli nel controllare la sintomatologia e di evitare inutili traumi al bimbo. In caso di semplice epifora è generalmente sufficiente applicare un massaggio in corrispondenza del sacco lacrimale.
Lievi e ripetute compressioni sul puntino posto sulla palpebra inferiore all'angolo interno dell'occhio, aiutandosi con una garzina sterile, facilitano lo svuotamento, per lo meno per via retrograda, del sacco lacrimale e favoriscono l'apertura della membrana/valvola di Hasner. Nella eventualità che compaiano filamenti di muco sulla congiuntiva e secrezione secca fra le ciglia ed all'angolo interno dell'occhio, saremo probabilmente di fronte ad una complicazione infettiva che andrà curata con un collirio antibiotico da associare al massaggio. Solitamente l'ostruzione del dotto nasolacrimale si risolve spontaneamente entro l'anno di vita nel 90% dei casi.
L'intervento dell'oculista è necessario nelle forme più pronunciate, quando l'epifora diviene costante e si associa ad una ricorrenza di complicanze infettive: muco-pus, infiammazione e dolore localizzabili in corrispondenza del sacco lacrimale. In questi casi può essere opportuno eseguire un sondaggio delle vie lacrimali. Il sondaggio, di per sé non doloroso, viene eseguito con uno specillo (un ferro flessibile a punta arrotondata che viene introdotto nel canale per "stapparlo").
Tale manovra può essere praticata da sveglio nel bambino sotto i 6 mesi; ma necessariamente sarà in anestesia generale nei bimbi più grandicelli.
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