Nel 2008 si è celebrato il centenario della nascita del fumetto italiano: il 27 dicembre 1908 uscì in edicola , come supplemento del Corriere della Sera, il primo numero de “Il Corriere dei Piccoli”, mitica testata dedicata all’infanzia, la prima rivista settimanale a fumetti dell’editoria italiana. Per il primo numero, venduto a 10 centesimi, vennero tirate 80.000 copie che aumentarono di settimana in settimana superando in alcuni numeri dell’anno 1961 le 700.000 copie.
Nelle pagine del “Corrierino”, come era comunemente chiamato, erano presenti molte “strisce” umoristiche americane ma, contemporaneamente, fecero la loro apparizione personaggi italiani come il negretto Bilbolbul di Attilio Mussino del 1909, il bambino Quadratino del 1910 di Antonio Rubino, oppure più tardi nel 1917 il Signor Bonaventura di Sergio Tofano.
La testata del giornalino fu un piccolo capolavoro grafico, disegnata dal già citato Antonio Rubino, che resterà immutata per decenni.
Il “Corriere dei Piccoli“ venne pubblicato ininterrottamente (tranne un periodo di circa un anno corrispondente alla fine della seconda guerra mondiale) per 87 anni fino al 15 agosto del 1995.
Ora il “Corriere dei Piccoli” è online… ma è tutto un’altra cosa…. Cent’anni fa, per la prima volta, iniziava su larga scala una nuova forma di comunicazione per immagini, universalmente comprensibile, senza barriere di età e cultura, che ha segnato di fatto la nascita del fumetto d’autore italiano.
I personaggi dei fumetti
Il “Corriere dei Piccoli” divenne da subito una lettura importante per diverse generazioni di bambini e ragazzi italiani, perché “seppe far convivere insieme scienza e narrazione, attualità e poesia in una sapiente combinazione”.
Ma il grande merito del “Corrierino” fu soprattutto l’innovazione che apportò nell’editoria italiana: l’impaginazione grafica della copertina divisa in riquadri a illustrazioni colorate, poi l’idea di importare, italianizzandoli nei nomi, i personaggi dei fumetti creati in quei tempi negli Stati Uniti e di sostituire i ballons, cioè le nuvolette, con filastrocche a rima baciata a piè di vignetta.
Ricordiamo tra i personaggi importati Buster Brown del 1902 di Felton Outcault tradotto in Mimmo, Mammola e Medoro, Happy Hooligan del 1900 di Burr Opper, famoso in Italia come Fortunello, i Katzenjammer Kids (1897) di Rudolph Dirks, diventati Bibì e Bibò e Bringing up Father (1914) di McManus, conosciuti come Arcibaldo e Petronilla.
Ma l’Italia schierò, oltre alle già citate creazioni di Mussino, Rubino e Tofano, moltissimi altri personaggi come, per ricordarne solo alcuni, il Marmittone del 1928 di Bruno Angoletta oppure Pier Cloruro Lambicchi con la sua arcivernice del 1930 di Giovanni Manca, per arrivare agli eroi di Benito Jacovitti, Cocco Bill, Zorro Kid e Jack Mandolino, oppure Valentina mela verde o la Stefi della grande Grazia Nidasio del 1969 e 1972, oppure la Pimpa del 1975 di Francesco Tullio Altan oppure Corto Maltese di Hugo Pratt del 1970.
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