È possibile che un bambino di quattro anni possa soffrire di vertigini? Sino all'età di sei mesi circa, potevo far volteggiare e giocare con il mio bambino senza che mostrasse nessuna paura. Da oltre un anno invece ha sviluppato una specie di terrore per i giochi in cui si sente "sospeso" in aria, compreso il "cavallino" sulle mie spalle. Escludendo possibili traumi da cadute o perdita di equilibrio nei giochi con altri bambini, è verosimile che soffra di vertigini e quali possono esserne le cause?
La vertigine è una falsa sensazione di movimento, in particolare di rotazione, del soggetto o di ciò che lo circonda. Si verifica transitoriamente in soggetti normali in seguito a particolari stimoli (ad esempio, rapida e veloce rotazione, come capita sulle giostre) ma rappresenta anche un sintomo particolarmente importante di varie malattie che interessano l'apparato vestibolare (struttura che si trova nell'orecchio interno), ma anche di patologie intracraniche come il neuroma del nervo acustico. Spesso coesistono nausea e nistagmo. Le cause di vertigini sono numerose: per lo più si tratta di vertigini periferiche, cioè di disfunzioni del labirinto (che contiene l'apparato vestibolare) o del nervo vestibolare (il nervo dell'equilibrio, ossia la componente vestibolare del nervo acustico).
Più rare sono le vertigini centrali, dovute a disfunzioni del tronco cerebrale o del lobo temporale. Un particolare tipo di disturbo vestibolare è la vertigine parossistica benigna, disturbo assai raro tipico dei primi anni di vita (si verifica, infatti, tra uno e cinque anni, senza altri segni neurologici). La causa non è nota e talvolta vi è familiarità. Gli episodi vertiginosi sono improvvisi, in pieno benessere e senza particolari stimoli, di brevissima durata; il bambino diventa pallido, talora grida, cerca di aggrapparsi, talora cade a terra ma non vi è perdita di coscienza. Il disturbo cessa spontaneamente all'età di cinque - sette anni. Da quanto detto, si evince che la vertigine può verificarsi in qualsiasi epoca dell'età pediatrica, sebbene venga descritta più o meno chiaramente dal bambino che ha più di tre anni. Nei più piccoli il disturbo può essere sospettato quando il bimbo si aggrappa per evitare di cadere o ha un'espressione spaventata o chiude gli occhi. Nel caso in questione, il piccolo avverte disagio quando è tenuto sulle spalle o sospeso in aria, ma non sembrano associarsi altri sintomi caratteristici come pallore, nausea, vomito o nistagmo (N.d.R.: si tratta di un movimento di oscillazione degli occhi, orizzontale, verticale o rotatorio, più o meno ritmico, di solito involontario).
D'altra parte, avendo quattro anni di età, dovrebbe essere in grado riferire una sensazione di rotazione. Ritengo, perciò, che il disagio del bambino sia riconducibile più semplicemente a paura di cadere, e il fatto che nel primo anno non manifestasse alcun disagio è ben spiegabile poiché la sensazione di paura si struttura progressivamente sulla base delle esperienze vissute relative a precedenti situazioni dolorose (anche piccole cadute o lievi traumatismi). Infine, occorre considerare che esistono le cinetosi (ad esempio il mal d'auto o il mal di mare), ossia disturbi caratterizzati principalmente da nausea, vertigini e talvolta vomito, indotti dal movimento in soggetti suscettibili. In questa condizione è il movimento in quanto tale a determinare, in soggetti particolarmente predisposti, la produzione di effetti contrastanti a carico dei sensi coinvolti nei complessi meccanismi che determinano il mantenimento dell'equilibrio.
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