Desidererei sapere cosa posso fare se, trovandomi a mare, una medusa "punge" il mio bambino: se c'è una pomata adatta o uno spray o qualcos'altro da tenere a portata di mano?
Gentile Signora, sperando che non succeda al suo bambino le invio questi semplici consigli. Come nel 1992, quando la Pelagia noctiluca, la regina dei celenterati che scorrazza per il Mediterraneo, mandò a casa i bagnanti di mezza Italia con bolle, vesciche e irritazioni, pare che anche quest'anno ci sia un rischio concreto. La Pelagia noctiluca è piccola, ma terribile, detta anche "medusa luminosa" perché di notte brilla.
Le sue dimensioni sono ridotte, con un cappello di soli dieci centimetri e tentacoli esili e lunghissimi che provocano fastidiose dermatiti. In caso di contatto, che può provocare sulla pelle una reazione locale, conviene applicare garze imbevute di acqua tiepida e aceto al 50%. Attualmente non esistono indicazioni all'uso dell'ammoniaca. È vero, però, che sono state usate tante di quelle sostanze (ammoniaca, alcol, bicarbonato di sodio, acido borico, addirittura succo di fichi o di limone) da far suggerire la necessità di variare il pH cutaneo, insieme all'innalzamento locale della temperatura, per ottenere un giovamento.
Può essere utile sciacquare la parte dolente con acqua salata tiepida. Sconsigliato anche l'alcol che può stimolare l'apertura dei nematocisti, le cellule urticanti presenti soprattutto nei tentacoli. Da evitare anche l'acqua dolce, il ghiaccio e le frizioni di sabbia. Vietato grattarsi perché così si stimola l'attività muscolare e si mette in circolo più velocemente il "veleno". Il trattamento locale deve essere continuato per alcuni giorni con pomate di corticosteroidi e antistaminici per via generale. In caso di vere e proprie ustioni il trattamento può essere diverso e deve essere valutato dal medico.