Ultimamente si sente spesso parlare nelle scuole (sia materne che elementari) di epidemie di pidocchi. Esiste un qualche sistema atto a prevenire il contagio? Come può essere curata una eventuale affezione?
Riportiamo le indicazioni fornite dall'Associazione Ricerca in Pediatria di Bergamo (che ringraziamo per la collaborazione):
I pidocchi sono piccoli insetti grigio-biancastri, che parassitano il corpo umano, cibandosi del sangue. Di solito vivono abbarbicati sui capelli e pungendo il cuoio capelluto depositano un liquido che provoca prurito. Si riproducono attraverso le uova che si chiamano lendini. La femmina del pidocchio vive 3 settimane e depone circa 300 uova. Le lendini sono attaccate tenacemente al capello, specialmente all'altezza della nuca e sopra e dietro le orecchie. Il passaggio del pidocchio da una testa all'altra può avvenire sia per contatto diretto che indiretto (scambio di pettini, cappelli, salviette, sciarpe, cuscini, ecc.).
L'infestazione non è indice di cattiva igiene. L'infestazione si manifesta con un intenso prurito al capo. Se si guarda attentamente tra i capelli vicino al cuoio capelluto, all'altezza della nuca o dietro le orecchie si vedono le lendini, che sembrano puntini bianchi o marrone chiaro. Sono di forma allungata, traslucidi, poco più piccoli di una capocchia di spillo. Attenzione! Non bisogna confonderle con la forfora o la seborrea, facilmente asportabili. Le lendini sono tenacemente attaccate al capello da una particolare sostanza adesiva. Un trattamento scrupoloso risolve facilmente il problema, anche se non garantisce future reinfestazioni dato che nessun prodotto ha effetto preventivo:
- cospargere i capelli con polvere aspersoria a base di carbaril e tenere avvolto il capo in una cuffia per una notte.
- in alternativa esistono prodotti a base di malathion o dipernetrina: si applicano sulla capigliatura asciutta e si lasciano per una decina di minuti
- lavare i capelli con uno shampoo specifico e risciacquare con aceto (l00 gr in 1 litro di acqua calda)
- sfilare tutte le lendini rimaste o manualmente o utilizzando un pettine a denti molto fitti, pettinando accuratamente ciocca per ciocca partendo dalla radice del capello
- ripetere il trattamento completo dopo 8 giorni
- per la localizzazione alle ciglia e sopracciglia è necessario effettuare per parecchi giorni applicazioni locali di pomata all'ossido giallo di mercurio all'1%
- disinfettare le lenzuola e gli abiti, che vanno lavati in acqua calda oppure a secco (soprattutto i cappelli), oppure lasciati all'aria aperta per 48 ore (i pidocchi lontano dal cuoio capelluto muoiono)
- lasciare all'aria aperta per almeno 48 ore anche alcuni effetti personali, come i pupazzi di pezza
- lavare accuratamente pettini e spazzole.
Avvertenze per evitare la trasmissione della pediculosi:
- evitare di prestare e scambiare oggetti personali (pettini, sciarpe, cappelli, spazzole, nastri, salviette, ecc.)
- evitare di ammucchiare capi di vestiario (chiedere che a scuola, in piscina e in palestra siano assegnati armadietti personali)
- controllare accuratamente i capelli una volta alla settimana (soprattutto da agosto a novembre) specialmente a livello della nuca, e dietro le orecchie per accertarsi che non ci siano lendini
- controllare con molta attenzione la testa di tutti i familiari: se si scopre la presenza di lendini o di pidocchi occorre applicare scrupolosamente le regole per il trattamento dei pidocchi.
Attenzione: Le norme per evitare la trasmissione della pediculosi sono le sole valide per non prendere i pidocchi. I prodotti che si trovano in farmacia non hanno un'azione preventiva, ma servono solo per debellare l'infezione già in atto. Se si eseguono scrupolosamente le indicazioni per eliminare i pidocchi, il bambino può tornare a scuola il mattino dopo il primo trattamento.
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- La scheda sui pidocchi (pediculosi) a cura della Associazione per la Ricerca in Pediatria. Come ci si contagia e come ci si cura.