Ho letto di recente un libro scritto da un pediatra italiano il quale enfatizzava il fatto che le cosiddette malattie da raffreddamento nulla hanno a che fare con il freddo. L'autore sottolineava come i temutissimi "colpi d'aria", le sudate raffreddate, gli sbalzi di temperatura siano assolutamente non correlati con l'insorgere di raffreddori ecc. La minore frequenza di queste patologie nella stagione calda sarebbe imputabile, secondo l'autore, alla maggiore aerazione dei locali e alla minore permanenza nei locali chiusi, fattori che costituiscono un ostacolo ad una rapida diffusione di virus e batteri.
Sempre recentemente ho però assistito in tv ad una popolare trasmissione che tratta temi di salute, nella quale, in una puntata dedicata alle malattie da raffreddamento, il medico esperto del settore, interpellato dal giornalista, affermava che "basta uno sbalzo di temperatura di pochi gradi per far venire un raffreddore" (credo di ricordare le parole esatte). Secondo tale medico i "colpi d'aria", le sudate raffreddate, gli spifferi, ecc. sono tutte cause che facilitano l'insorgere di queste malattie (allora la nonna aveva ragione!). Ora sono veramente confuso: dove sta la verità? Come è possibile che due medici affermino esattamente l'opposto su qualcosa di così comune come un raffreddore? Se è il secondo ad avere ragione, qual è il meccanismo per cui un ventilatore che mi punta sulla schiena dà il via libero a virus e batteri per aggredire il mio organismo? Spesso si sente dire che l'esposizione al freddo costituisce uno stress per cui le difese naturali dell'organismo diminuiscono. È vero questo? Ma allora, se uno sbalzo di temperatura di pochi secondi costituisce un tale stress per il mio fisico da rendermi vulnerabile ai virus che stanno nell'aria, perché non avviene lo stesso con altre cause di stress molto comuni, come ad esempio l'insopportabile afa estiva, o uno sforzo fisico prolungato, o un forte dolore causato da un trauma, o, perché no, la digestione di un pasto particolarmente abbondante e pesante? Non sono, queste, cause di stress altrettanto pericolose? Perché solo il freddo è così pericoloso? Perché quando faccio il bis di lasagne nessuno mi dice mai: "stai attento a non prenderti una bronchite"?
Ho inoltre letto a riguardo, su una rivista che tratta temi di salute, la seguente spiegazione: l'esposizione al freddo fa abbassare la temperatura negli strati superficiali del corpo, e il sangue, di conseguenza, si "rifugia" negli organi interni, e il maggiore flusso sanguigno nei bronchi e nei polmoni fa prosperare i virus e i batteri che vi si trovano, facilitando il contagio. Non sono in grado di contestare questa affermazione dal punto di vista medico, ma se dovessi usare il buon senso la giudicherei assurda: immagino che pochi secondi di freddo anche intenso non possono raffreddare il corpo più di un millimetro o due all'interno, e quindi il volume di sangue coinvolto è veramente minimo. E comunque se quello che fa prosperare il contagio è il maggior flusso sanguigno nei polmoni e nei bronchi, allora qualunque sforzo fisico anche moderato produrrà un flusso di sangue sicuramente maggiore di una breve esposizione al freddo. O mi sbaglio? Facendo le scale di corsa non sono altrettanto a rischio di raffreddore di quando esco dalla piscina con i capelli umidi, secondo questo concetto? E poi, scusatemi se mi dilungo, ma allora un bagno al mare non coinvolge un raffreddamento del corpo ugualmente intenso e magari improvviso? Visto che metà degli italiani almeno in estate fa i bagni al mare, non dovrebbero beccarsi tutti dei malanni?
Scusatemi per le troppe domande, che manifestano la confusione, credo non solo mia a riguardo. Esse possono essere tutte riassunte in: che ruolo gioca effettivamente il freddo nelle malattie da raffreddamento? Trovo che sarebbe importante fare definitivamente chiarezza su questo punto, che interessa praticamente tutte le famiglie.
Caro amico, la ringrazio di essersi rivolto a noi per chiedere spiegazioni su un argomento di grande interesse per molti genitori. Dal punto di vista scientifico il problema è risolto da anni, tanto che è stato difficile trovare nella letteratura recente delle pubblicazioni che prendessero in considerazione i rapporti tra freddo e malattie da raffreddamento. Anche nei recenti manuali di pediatria non si trovano esplicite indicazioni al riguardo, le posso citare un buon trattato di infettivologia pediatrica (R.D. Feigin, J.D. Cherry, 1993 edizione italiana) che testualmente afferma "le basse temperature, i raffreddamenti ed i piedi bagnati non possono agire individualmente come cause né aumentare la suscettibilità degli individui agli episodi di raffreddore". Le malattie da raffreddamento o, meglio, le infezioni respiratorie e l'influenza sono dovute a specifici microrganismi (virus, batteri ecc.) che una volta raggiunto l'organismo umano penetrano nel suo interno, si riproducono, invadono vari tessuti e determinano la malattia.
Nella realtà quotidiana le cose non sono così semplici: non tutte le persone che vengono a contatto con un microrganismo contraggono la malattia e spesso la stessa persona reagisce in maniera diversa in diversi momenti.
La malattia infettiva, dal raffreddore all'influenza alla gastroenterite, è sempre il risultato del rapporto tra due esseri viventi, il microrganismo e l'ospite umano che non si trovano mai nella stessa situazione: varia il numero dei microrganismi o la loro virulenza (cioè la capacità di determinare la malattia), l'ospite può essere in condizioni ottimali di salute o può presentare un sistema immunitario più debole per una malattia recente o per uno stress o per una terapia che ha eseguito, oppure può essere insensibile a quel microrganismo o naturalmente o perché già ha contratto quella malattia o perché è stato vaccinato. Questo incontro può quindi determinare: l'eliminazione del microrganismo, la convivenza del microrganismo con l'ospite, una infezione senza sintomi o una malattia.
Le possibilità sono molte ma sicuramente la sola esposizione al freddo non può causare una malattia infettiva. Incolpare il freddo o, peggio, il genitore o il nonno della malattia del bambino (ha sudato troppo, ha preso freddo, si è bagnato) è ingiustificato soprattutto nella nostra società in cui la condizione di benessere diffuso rende improbabili situazioni di stress prolungato da freddo. Gruppi di popolazione che sono veramente poveri e che hanno anche problemi di denutrizione, che non usufruiscono se non sporadicamente dell'assistenza sanitaria, che spesso non vaccinano o vaccinano irregolarmente i propri figli, possono, nella stagione fredda, ammalarsi più frequentemente o in modo più grave, ma in questi casi il freddo rappresenta una delle tante cause favorenti e comunque è sempre indispensabile il contatto con un microrganismo.
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