Il mio bimbo quasi tre anni è affetto da DIA tipo ostium secundum di 12 mm asintomatico (N.d.R.: il DIA è un difetto del setto interatriale, cioè della parete che separa l'atrio destro dall'atrio sinistro. Può essere del tipo "ostium secundum", il più frequente, quando il difetto è nella parte alta del setto oppure "ostium primum", quando il difetto è nella parte centrale). Il pediatra e il cardiologo riscontrano un ritardo di crescita: ora pesa 12 Kg per 92 cm di altezza. Può essere dovuto a questa cardiopatia congenita? Inoltre chiedo: se il bimbo verrà operato, tra sei mesi, con intervento a cuore aperto, è obbligatorio effettuare trasfusioni di sangue?
Il difetto del setto atriale tipo "ostium secundum" è una malformazione cardiaca in genere ben tollerata in età pediatrica e rari sono i casi di sintomaticità nei primi mesi di vita. L'intervento di solito viene eseguito elettivamente dopo il primo anno di vita e, preferibilmente, in età prescolare. Tuttavia, il superlavoro del ventricolo destro, che deve gestire una quantità di sangue circa doppia di quella dei soggetti normali, può in effetti portare a ritardi di crescita.
Di fatto, molto spesso i bambini trattati in questa età, dopo correzione, mostrano subito un immediato beneficio che si identifica, molto spesso, con la normalizzazione della curva di crescita. La circolazione extracorporea sopra i dieci chili di peso non necessita di aggiunta di prodotti ematici qualora vengano usate quelle tecniche particolari come l'emofiltrazione ed il recupero del "residuo prime". L'intervento pertanto viene eseguito routinariamente nei bambini al di sopra degli 8-10 Kg di peso corporeo senza l'impiego di sangue di banca, spesso associato ad un approccio estetico mini-invasivo (incisione cutanea di cinque centimetri) e con una ospedalizzazione di soli 3-4 giorni.
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