Ho un bambino allergico: posso tenere il gatto? Mio figlio ha oggi due anni e tre mesi. Dall'età di cinque mesi ha presentato i sintomi della dermatite atopica in forma abbastanza accentuata (prurito insistente con conseguenti tagli dietro le orecchie, sulle caviglie, dietro le ginocchia e sul viso). A partire di nove mesi circa il pediatra che lo ha curato ha cominciato una dieta di esclusione molto rigida (latte e derivati e uovo, anche in forma occulta, pomodoro, carne di vitello e manzo, carne di pollo, arance e altre cose di cui non mi viene in mente) che in breve ha dato ottimi frutti. E' stato fatto anche un prick test (N.d.R.: prova allergica cutanea) che ha confermato una notevole sensibilità nei confronti della caseina, del tuorlo e dell'albume. Adesso gradualmente ho reintrodotto il latte e i suoi derivati, con una buona tolleranza (il prurito dietro le ginocchia c'è ma in forma molto leggera). Resta da introdurre l'uovo. Il problema è che il pediatra mi dice che c'è una predisposizione genetica alle allergie e che ora si potrebbero manifestare allergie di tipo respiratorio. Poiché ho un gatto in casa ho paura che si presenti questo tipo di allergia. Ho tuttavia sentito parlare (dal mio medico di base) che, in occasione di un recente congresso di Pediatria, è stato presentato uno studio in base al quale è stato provato che gli animali femmine (gatti o cani) hanno una carica allergizzante molto bassa, e pertanto è addirittura consigliabile un animale sin dai primi anni di vita poiché il bambino, abituandosi poco a poco, è come se facesse una terapia immunologica. Avevo anche letto di uno studio svedese che aveva un risultato simile. Vorrei avere la vostra opinione in merito.
Il rischio che un bambino, affetto da allergia alimentare, possa in seguito sviluppare un'allergia respiratoria è molto elevato. Tale rischio aumenta se l'allergia alimentare pregressa è quella all'uovo. Un bambino con allergia all'uovo ha una grossa probabilità di diventare allergico agli acari della polvere domestica. Infatti uno dei consigli che dovrebbe essere dato per tali bambini è proprio quello di praticare, allorquando viene diagnosticata un'allergia all'uovo, la profilassi ambientale antiacari. Questa manovra preventiva ha lo scopo di evitare l'insorgenza di quella che è l'allergia respiratoria più diffusa in età pediatrica. Altro consiglio di tipo preventivo è quello di evitare la presenza di animali domestici, soprattutto cani e gatti. Lo studio che lei ha citato ha individuato un minore potere allergizzante in gatti di sesso femminile e di razze particolari.
L'allergene del gatto è presente nelle sue ghiandole sebacee e nella sua saliva. La composizione del sebo potrebbe essere influenzata dalla differente composizione ormonale delle femmine rispetto ai maschi. Però la minore potenzialità allergizzante non mette al riparo sicuro da un'allergia. Un'altro studio ha individuato una minore presenza di allergia al gatto in quei bambini che sono stati in contatto con tale animale (per la presenza in ambiente domestico) fin dai primi giorni di vita. Si sa benissimo come il sistema immunitario del neonato sia capace di adeguarsi all'ambiente nel quale si trova e quindi riesce a tollerare meglio gli allergeni con i quali viene in contatto in una fase iniziale della vita.
Tale concetto però non è valido per tutte le sostanze allergizzanti. Infatti, se ciò fosse valido anche per gli acari, dovremmo avere pochissimi bambini allergici a tali parassiti. La sostanza allergizzante degli acari è presente nelle loro feci ed ha un potere enzimatico sulla mucosa respiratoria, riuscendo a determinare delle lesioni infiammatorie anche nei non allergici. Naturalmente nei soggetti allergici l'infiammazione è molto più esagerata ed avviene a più basse concentrazioni ambientali di acari.
Ritornando al gatto, è vero che averlo presente in casa fino dalla nascita può ridurre il rischio di allergizzarsi, ma è anche vero che, nelle popolazioni a più elevata presenza di gatti domestici, è più elevata la prevalenza di allergia nei loro confronti e l'uso di farmaci antiallergici. Quindi come può intuire, al momento, il consiglio di evitare la presenza di cani e gatti nelle famiglie di allergici rimane un suggerimento valido. Non è però necessario allontanare un animale già presente in casa da anni, se non si è ancora instaurata un'allergia ad esso.
Altra considerazione da fare è che purtroppo l'allergene del gatto, poiché viene veicolato attraverso gli abiti, è ubiquitario ed è presente anche in case dove non vi sono gatti. Uno degli ambienti più ricchi di allergene del gatto, dopo la casa dove esso è presente, sono le scuole proprio per il trasporto passivo attraverso gli abiti.
In conclusione il mio consiglio è il seguente:
- attui una profilassi antiacari (copricuscino, coprimaterasso specifici, eliminare tappeti, pupazzi di peluche ed altri oggetti che raccolgono polvere)
- avendo già un gatto in casa, lo tenga tranquillamente.
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