La prima grande ricchezza che il bambino trova al nido, ancora prima dell’educatore, sono gli altri bambini: quante volte capita che le mamme mi dicano cose di questo tipo “sai la sera prima di addormentarsi ripete tutti i nomi dei bambini”, oppure i genitori rimangono piacevolmente sorpresi quando arrivano la mattina e al cancellino sono già schierati tutti i bimbi e le bimbe con il sorriso e gli occhi brillanti ad aspettare, salutare e chiamare il loro amichetto.

Sì perché, al di là di quello che si possa pensare, al nido nascono delle vere e proprie amicizie, che in molti casi continuano alla scuola dell’infanzia e anche nella vita; i bambini si cercano, si abbracciano, si scontrano, litigano, allenano cioè la propria personalità attraverso il gioco.

Il gioco è utilizzato sia dagli esseri umani che dagli animali, ha funzione adattiva e sociale, fornisce strumenti per conoscere l’ambiente e imparare a muoversi all’interno di esso. E’ un elemento molto importante per lo sviluppo in quanto, attraverso di esso, il bambino può esprimere una vasta gamma di emozioni, far emergere problemi che vive nella realtà dandogli spazio e significato.

Lo stare in un gruppo poi aiuta il bambino ad acquisire dei veri e propri comportamenti sociali: all’asilo il bambino non è al centro dell’attenzione come a casa o con i nonni, fa parte di un gruppo eterogeneo e presto impara che non può fare tutto quello che vuole, ma che ci sono delle regole di convivenza che bisogna rispettare, come il saper aspettare il proprio turno, il rispettare l’altro e la sua individualità.

Impara che c’è qualcosa di diverso da sé e che le sue azioni hanno delle conseguenze: se "ruba" un gioco è facile che l’altro si ribelli, quindi impara ad affrontare il litigio e con la mediazione dell’educatrice a gestire le proprie frustrazioni.

Generalmente i genitori tendono, per il loro istinto di protezione, a tamponare e alleviare le piccole sofferenze e i capricci dei loro bambini; è importante però che imparino a gestirle, perché fanno parte della vita e prima o poi ci dovranno fare i conti. Con questo non voglio dire che devono essere lasciati a se stessi a gestirsi le situazioni, ma solo che l’intervento dell’adulto deve essere mirato e calibrato: a volte basta osservare senza intervenire subito e vedrete che il vostro bambino troverà delle  risorse per risolvere da solo la circostanza.

Spesso le paure maggiori delle mamme, quando inseriscono il loro bambino/a al nido, sono legate alla difficoltà a gestire la nuova situazione: hanno paura che il piccolo/a soffra per la mancanza dei genitori, che venga traumatizzato dal cambiamento, che non si trovi bene con le educatrici e con gli altri bambini.

Indubbiamente il distacco dai genitori è sempre un momento difficile, che in genere il bimbo/a manifesta con pianti e lacrime, ma questo non vuol dire che gli si fa del male, anzi gli si da' l’opportunità di conoscere un ambiente che aiuta a trasformare la sua sofferenza in una risorsa, cioè ad iniziare un percorso di crescita insieme.

A volte il distacco è più duro per la mamma che per il bambino e generalmente più la mamma è ansiosa e preoccupata più la sua creatura troverà difficoltà ad inserirsi nel nuovo ambiente.

Sì perché i bambini sono su un piano emotivo, le sentono le vostre emozioni, è inutile cercare di nasconderle. Se non vi fidate delle educatrici, se non siete convinti della vostra scelta, se siete molto preoccupati sarà tutto più difficile per voi e per lui.

Quindi il consiglio che vi do è di confrontarvi rispetto ai vostri dubbi e alle vostre perplessità con le educatrici. E’ anche loro responsabilità e professionalità essere in grado di leggere la situazione e cercare di aiutare la coppia nelle difficoltà.

Materiale tratto dal sito web Doctor Home www.doctorhome.eu

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