Bernardo ha 16 mesi. Io e mio marito siamo separati da cinque mesi. Bernardo vede il papà molto saltuariamente ma quando lo vede lo accoglie con piacere. Fino a oggi, esclusi dieci giorni passati tutti insieme quando aveva sette mesi, Bernardo e il papà non si sono mai svegliati insieme e fino ad oggi il papà non si è mai preso cura di lui senza di me (passeggiate escluse). Tra due giorni Bernardo partirà per una settimana con il papà per andare dai nonni paterni (anche loro molto cari ma distanti e quindi poco presenti). Sono certa che riceverà cure e affetto, è un bimbo tranquillo, abituato a stare con gli altri (va al nido e qualche weekend dalla mia mamma) ma non è stato mai lontano per così tanto tempo. Mi chiedo: si sentirà "abbandonato" da me? Può essere "traumatica" questa separazione? Sarà meglio o peggio "farmi sentire" per telefono? C'è qualcosa che io possa fare per rendere il tutto più agevole per lui? Questa estate la separazione si ripeterà, e per 15 giorni... Vi ringrazio se vorrete darmi il vostro parere.
Carissima signora, i bambini figli di genitori separati rappresentano un argomento molto delicato che merita molta sensibilità e delicatezza nell'essere trattato. La possibilità del suo bambino di poter mantenere un legame, sia pur limitato, con il padre ed i nonni paterni, non farà altro che bene alla sua crescita evolutiva; tuttavia anche queste esperienze tanto preziose debbono essere preparate con sensibilità e rispetto del piccolo.
Sembra che suo figlio sia piuttosto abituato a stare con gli altri (il nido) e a restare saltuariamente fuori casa per brevissimi periodi (i nonni materni); inoltre il suo bimbo ha già fatto esperienza di "viaggi" da solo a solo con il papà (le passeggiate). Questa volta il "viaggio" è più lungo e comprende situazioni di vita quotidiana (addormentamento, risveglio, pappa, organizzazione dei giochi, etc.) in cui forse il papà non è proprio esperto. Mi permetto di dubitare che suo marito abbia pensato questa vacanza senza organizzarsi in queste piccole ma fondamentali attività quotidiane: forse confiderà nell'esperienza e nell'affetto della nonna (o entrambi i nonni) paterna?
Alle sue giuste e giudiziose domande credo che le risposte potremmo trovarle insieme: la sensazione di abbandono ed il probabile trauma sono strettamente legati alla sicurezza e all'affidabilità dei genitori con cui si trova a fare i conti il bambino. Mi spiego: tanto più il bambino si fida dei genitori (nel suo caso, della mamma) tanto più sarà sicuro di non essere abbandonato; inoltre starà anche all'affetto ed alla comprensione che riceverà dal padre e dai nonni paterni non fargli vivere traumaticamente la permanenza.
Per affetto e comprensione s'intende in questo caso, capire che il bambino è in vacanza ed è in un ambiente nuovo; ciò significa non voler essere a tutti i costi degli inflessibili educatori rigidi e punitivi ma mettere in campo una dose equilibrata di permissività e controllo: il padre si comporterà da padre attento all'educazione del figlio ed i nonni si comporteranno da nonni tranquilli e giocosi (d'altronde, non si dice che i nonni non sono nonni se non viziano i nipoti?).
Per quanto riguarda le telefonate si adegui ai bisogni ed alle abitudini del bambino: se il suo bambino ha un buon rapporto con il telefono, se ha sufficientemente chiaro che la persona che parla al telefono è distante, se non dovesse eccessivamente alterare l'equilibrio del momento, una telefonata potrebbe essere un buon diversivo per il bimbo.
D'altronde credo sia importante far vivere le telefonate della mamma come un gioco, per esempio stimolando il bambino a sintetizzare ciò che ha fatto durante il giorno; infine, come parere personale credo sia utile dare un po' di tempo al piccolo per acclimatarsi al nuovo ambiente chiamandolo ad esempio dopo qualche giorno. Ciò non toglie che lei sia libera di parlare con gli adulti che hanno cura di suo figlio tutte le volte che vuole.
Per quanto riguarda l'altra vacanza di quindici giorni sta a voi adulti valutare quanto il bambino sia in grado di apprezzare queste uscite fuori casa e quanto si stanchi; di mio penso che comunque, a quella età, è meglio che le due vacanze non siano troppo vicine in modo da far rinforzare nel piccolo la sensazione di sicurezza ed accettazione nel suo ambiente quotidiano.
Naturalmente questi sono pareri espressi da chi non conosce a fondo la situazione. Le decisioni migliori sono quelle prese dai diretti interessati, forti di quelle capacità "adulte" che permettono di far vivere, senza grossi problemi ai propri figli, esperienze difficili come la vita con genitori separati: la comprensione, la non-rigidità ed il rispetto per l'altro.
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