Mio figlio, di nove anni e mezzo, non mi ascolta e anzi si ribella ed è quasi sempre nervoso ed aggressivo mentre, fino a un paio d'anni fa, era molto sereno e gentile. È una fase di crescita? Devo sgridarlo e punirlo o fingere indifferenza. Certo è che questo suo nervosismo contagia tutti (ho anche due gemelli di tre anni e mezzo), me per prima che spesso urlo e mi arrabbio anche alla prima provocazione perché non sopporto più questo atteggiamento di sfida e di mancato rispetto. Non capisco: quando gli spiego che deve cambiare torna come prima e mi promette e riconosce i suoi errori ma, dopo poco, ricomincia e si intestardisce. Chiedo aiuto: ho paura che le cose peggiorino e penso con ansia a quando, fra un anno, andrà in prima media e troverà forse un ambiente che lo sosterrà in questo atteggiamento.

Naturalmente, non essendo i bambini individui responsabili, non possiamo trattarli come tali. Quello che noi chiediamo ad essi deve essere conforme alle loro necessità ed alle loro possibilità in ogni fase del loro sviluppo. Il problema dell'obbedienza consiste nel vedere in maniera molto chiara quello che è psicologicamente più adatto a ciascuna età. L'obbedienza non è fine a sé stessa, ma essa è un mezzo di educazione.

Il problema consiste nel capire cosa chiediamo di fare ai bambini o cosa diciamo di fare, come impartiamo i nostri ordini e come giustificheremo le nostre proibizioni. Le difficoltà subentrano quando non si hanno le idee chiare al riguardo.

Probabilmente esigeremo l'obbedienza quando non avrà più importanza o la chiederemo in maniera tale da provocare contraddizioni ed ostinazioni che sfoceranno in aggressività da parte del bambino. Occorre rivedere il nostro comportamento, analizzando le nostre richieste di obbedienza con razionalità e sicuri che tali siano una cosa giusta per lui. Quindi, chiediamoci spesso: siamo sicuri di non commettere errori?

Partendo dal presupposto che ogni bambino si dedica intensamente a tutto quello che lo interessa senza tener conto del tempo né del luogo, capiremo che per lui interrompere ciò che sta facendo è molto importante. Basterà avvisarlo qualche istante prima, ad esempio: "Fra dieci minuti vieni a tavola". affinché il bambino accetti volentieri determinate condizioni essendo indiscutibili.

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Quali alternative alla sculacciata?
A volte ci scappa una sculacciata. Sappiamo che non è né risolutiva né educativa, ma non abbiamo trovato ancora nessuna alternativa efficace.
Come punire un bambino?
Come punirlo? A quattordici mesi non serve punire il bambino perchè a questa età, non ne capisce il significato.
Come sculacciare un bambino?
L'educazione deve essere impartita con discorsi, voce ferma, comportamenti lineari. I bambini non vanno mai picchiati, né sulle manine, né sul sederino.