Mia figlia Francesca deve compiere tra breve otto anni. A Natale ha ricevuto, come ogni anno, i regali di Babbo Natale. Mi chiedevo se c'è un'età alla quale è il caso di chiarire le cose alla bimba (cioè che Babbo Natale non esiste), evitando così che la verità le venga svelata da altri (magari amichetti che la farebbero diventare una cosa anche crudele). Io sarei per non dirglielo ma mi preoccupa la reazione nel caso lo sapesse brutalmente da altri.
Cara signora, noi tutti sappiamo che Babbo Natale non esiste, o perlomeno è una idealizzazione di San Nicola artefice della conversione di molti popoli del Nord Europa. Tuttavia spesso noi adulti dimentichiamo l'importanza che riveste questa figura e i bei momenti che questo personaggio ci ha regalato da bambini.
In che modo il Babbo Natale "considerato vero" lascia il posto al Babbo Natale "desiderato ed idealizzato"? Ogni bambino attua le sue strategie. I guai accadono quando gli adulti vogliono mettersi in mezzo a cose di bambini per eccessivo desiderio di protezione. In effetti, non esiste un'età in cui il "segreto" di Babbo Natale debba essere svelato; piuttosto, quando il figlio diventa grandicello, i genitori possono chiedersi quale strategia il bambino stia mettendo in atto.
Mi spiego. Quale utilità avrebbe un bambino a far sapere di non credere a Babbo Natale e quindi a mostrarsi "grande" con i propri genitori? La maggior parte dei "Grandi" non lasciano la calza per la Befana; non ricevono quantità spropositate di uova di cioccolata a Pasqua e, per giunta, a Natale, hanno regali da "Grandi" (che non sono così belli e interessanti come quelli dei "Piccoli"). Quello che voglio dire è che i bambini (come gli adulti) quando vogliono credere fortemente a qualcosa fanno finta di non accorgersi della verità, oppure, anche se la conoscono si divertono a "giocare" con le loro credenze.
Tutti noi sappiamo che un oroscopo generico letto su una rivista non può essere credibile, eppure gli editori continuano a pagare persone che scrivano frasi generiche in modo che noi continuiamo a leggerle e magari a farci sopra anche un sorriso. I bambini di oggi (ma anche quelli che erano bambini negli anni settanta) sono bombardati da "Babbi Natale" in tutte le salse: per strada, nella pubblicità, in televisione, al cinema... vi sono film e telefilm in cui si vede esplicitamente il papà che si traveste da Babbo Natale...
Ma veniamo alla Sua bambina. mi vengono in mente tre situazioni tipo:
- Può darsi che creda realmente a Babbo Natale. In questo caso perché intaccare quella grande forza dei bambini che è la fantasia? Se Lei sente la necessità di preservare la sua bambina dalla brutalità di altri, prevenga quella brutalità con la delicatezza di una mamma: si potrebbe iniziare a spiegare alla bambina che per raggiungere tutti i bambini del mondo Babbo Natale si fa aiutare dai genitori di quei bambini, per cui spesso sono i genitori che comprano i regali per conto di Babbo Natale. Andando avanti con l'età, sui regali si possono mettere dei bigliettini indicanti il destinatario del biglietto e come mittente una frase molto sibillina ma intrigante e rassicurante (a Davide da Babbo Natale di mamma e papà, a Ludovica da Babbo Natale di zia Marta);
- Può darsi che Sua figlia "voglia" credere a Babbo Natale pur sospettando la verità. In questo caso la bimba ci aiuta molto nel nostro compito: basterebbe comportarsi normalmente lanciando, nel momento dello scarto dei regali, frasette del tipo "Babbo Natale mi ha detto che volevi questa bambola..." etc. in modo da farle sapere che noi sappiamo che lei sa ma che per gioco possiamo continuare a far finta di non sapere;
- Può darsi che la bimba ne abbia già parlato con le amichette ma abbia deciso essere meglio continuare a credere a Babbo Natale in modo da non deludere i genitori (continuando a ricevere i regali). In questo caso gli adulti possono continuare a comportarsi normalmente facendo forse la figura dei "fessacchiotti" agli occhi della bambina che proverà tanta tenerezza verso quei genitori che si inventano una storia come quella di Babbo Natale pur di avere una scusa per fare festa.
In conclusione, tutte le possibilità che ho elencato portano ad un atteggiamento accogliente e protettivo da parte della mamma e del papà i quali accompagnano il bambino nella sua crescita senza essere loro ad imporgliela.