Perché allattare al seno?
Il latte materno è il miglior latte in natura per il bambino nel primo anno di vita perché:
- è adatto ai suoi fabbisogni nutrizionali, è completo, non richiede integrazioni
- garantisce una migliore protezione dalle infezioni e dalle malattie allergiche
- è sempre pronto, alla temperatura ideale, e non costa nulla
- favorisce l'instaurarsi di un profondo legame affettivo tra madre e figlio.
Di seguito vengono forniti alcuni semplici consigli per favorire l'allattamento al seno e per prevenire le complicazioni più frequenti (ragadi, ingorgo mammario) che possono compromettere la possibilità di allattare.
In quale posizione allattare al seno
La mamma che allatta deve scegliere un ambiente tranquillo, deve essere rilassata, deve sedersi comodamente, anche utilizzando cuscini per sorreggere il bambino, e uno sgabello per tenere sollevati i piedi.
Il bambino può essere tenuto in qualsiasi posizione, purché respiri liberamente e, al fine di evitare la formazione di ragadi, purché riesca ad attaccarsi al seno afferrando sia il capezzolo che l'areola (la zona scura intorno al capezzolo).
È utile variare le posizioni di allattamento in modo che tutti i dotti del seno, anche i più profondi, vengano svuotati, e non si verifichi un ingorgo mammario.
Alcuni consigli:
- spingete la guancia del bambino il più possibile vicino al seno, così automaticamente il piccolo inizierà a cercare il capezzolo (riflesso di cercamento)
- comprimete capezzolo ed areola tra pollice ed indice in modo che il bambino possa attaccarsi facilmente, afferrandoli contemporaneamente
- potete sostenere il seno da sotto con la mano (il pollice va posto sopra, le altre dita sotto, lasciando libera l'areola) per tutta la poppata, in modo che capezzolo ed areola non sfuggano dalla bocca del bambino per il peso della mammella
- posizione seduta: è la posizione più comune. Il bambino va tenuto in braccio, con la testa a livello della piega del gomito. Non dovete piegarvi verso il bambino, ma ponete il piccolo con il corpo girato verso di voi, in modo che non debba girare la testa per raggiungere il seno
- posizione distesa: ponetevi sul fianco, e ponete anche il bimbo sul fianco, girato verso di voi, con la testa all'altezza del seno. Questa posizione è utile quando si allatta a letto
- posizione rugby: tenete il bambino come un pallone da rugby (sostenete il suo corpo con un braccio all'altezza della vostra ascella, il capo con l'altra mano),in modo che la sua testa sia davanti al vostro seno. Questa posizione è particolarmente utile se siete predisposte all'ingorgo perché svuota i dotti più profondi
Come allattare al seno
È necessario alternare il seno da offrire al bambino, per mantenere un buon apporto di latte in entrambe le mammelle.
La poppata dovrebbe durare circa 20-30 minuti (non oltre per evitare che il piccolo succhiando a vuoto, irriti il capezzolo).
Di solito il bambino si stacca da solo dal seno, ma se si deve interrompere il pasto non va allontanato lasciando che rimanga attaccato al capezzolo, perché ciò può facilitare la comparsa di ragadi.
L'emissione dell'aria introdotta durante il pasto è detta "ruttino". Spesso si associa al "rigurgito" di piccole quantità di latte. Il "ruttino" non è obbligatorio, ed è errato credere che in sua assenza il latte non venga digerito.
Tra una poppata e l'altra la cute del seno deve essere mantenuta asciutta e morbida per prevenire le ragadi.
Alcuni consigli:
- attaccate il bambino al primo seno per circa 10-15 minuti, poi all'altro
- alternate il seno con cui cominciare la poppata (solo se avete problemi di ingorgo mammario iniziate dal seno più gonfio e dolente)
- interrompete la suzione infilando un dito nell'angolo della bocca del bimbo, spingendo poi il seno verso il basso
- tenete il bambino in posizione verticale con il capo appoggiato sulla vostra spalla per favorire i "ruttini" (è possibile anche battere delicatamente qualche piccolo colpo sulla sua schiena)
- asciugate con cura i capezzoli dopo ogni pasto (si può utilizzare anche il phon),copriteli con garze o con coppette (senza protezioni impermeabili) da porre all'interno del reggiseno (da sostituire di frequente se umide), lavateli eventualmente con acqua (non con saponi che sgrassano eccessivamente la cute)
- indossate indumenti leggeri, traspiranti; non stretti
- esponete spesso all'aria il seno (ma non direttamente al sole)
Con quale frequenza allattare al seno
Generalmente è opportuno non stabilire degli orari rigidi per i pasti, ma allattare il bambino quando mostra di aver fame (allattamento "a richiesta"), senza farlo attendere eccessivamente, perché non sia troppo affamato e non si attacchi in modo frenetico, anche al fine di prevenire ingorgo mammario e ragadi.
È opportuno però, tranne che nelle prime due settimane di vita, mantenere intervalli superiori alle due ore circa per non rischiare che insorgano nel bambino "abitudini" che possano alla lunga divenire difficili da sopportare per una mamma.
Alcuni consigli:
-
attaccate il bimbo ogni volta che piange o sembra aver fame finché l'apporto di latte non si è stabilizzato e il bambino non torna al peso che aveva alla nascita (di solito sono necessarie circa due settimane)
Come capire se il latte materno è sufficiente
Nelle prime settimane di vita un neonato che si scarica almeno 4 volte al giorno e che ha almeno 6 pannolini bagnati sicuramente si alimenta a sufficienza, soprattutto se si dimostra soddisfatto dopo un pasto regolare.
Il peso del piccolo, dopo il calo, dovrebbe tornare a quello iniziale entro 10-14 giorni. Successivamente, nei primi 3 mesi, il lattante dovrebbe aumentare di circa 150-200 gr per settimana.
Nella mamma un valido indicatore di buona produzione lattea è la comparsa, dopo 2-3 settimane di allattamento, del riflesso di eiezione che si manifesta con una sensazione di "formicolio" o di emissione di latte appena prima di allattare, o dal seno opposto a quello a cui è attaccato il bambino.
Tranne casi particolari, è inutile la "doppia pesata", mentre è più razionale pesare il bambino una volta alla settimana, nudo, prima del pasto, sempre alla stessa ora.
Le aggiunte di latte artificiale, se non necessarie, sono sempre sconsigliate, ancor di più nelle prime 4-6 settimane perché, riducendo il tempo in cui il seno viene stimolato, cala la produzione di latte essendo la suzione il principale fattore che ne favorisce la formazione.
Alcuni consigli:
- riposatevi spesso, fatevi aiutare nei lavori di casa, bevete adeguatamente, soprattutto se non è ancora comparso il riflesso di eiezione
- non introducete il latte artificiale di vostra iniziativa
- non offrite il biberon nelle prime 6 settimane, successivamente utilizzatelo, se volete, 1 volta al giorno per acqua o tisane in modo da abituare il bambino a succhiare anche dalla tettarella
Quale alimentazione per la mamma che allatta al seno
La dieta della mamma che allatta deve essere varia, ad alto contenuto di liquidi, vitamine e sali minerali, e deve contenere in più le calorie necessarie per compensare quelle secrete con il latte e necessarie per produrlo. Il latte e i latticini sono alimenti importanti, e se la mamma non li introduce perché è allergica o non li gradisce, la dieta deve essere integrata con calcio.
Alla mamma che allatta si consiglia di non assumere superalcolici, di non fumare e di limitare il consumo di quei cibi che possono talvolta modificare il sapore del latte o determinare problemi gastrici o diarrea nel bambino.
Non è dimostrato che esistano cibi capaci di aumentare la produzione di latte.
Alcuni consigli:
- caffè: non più di 2 tazzine al giorno, preferibilmente decaffeinato
- thè, preferibilmente deteinato
- vino: non più di 2 bicchieri al giorno, ai pasti
- birra: non più di una lattina al giorno, ai pasti
- cibi drogati, piccanti, sapidi e che possano dare gusti particolari al latte come cioccolato, pomodori, cipolle, aglio, spezie, verdure della famiglia dei cavoli
- latte: secondo il vostro gradimento, ma se c'è familiarità per allergie non più di 250 cc al giorno
- uova: 2-3 alla settimana, ma se c'è familiarità per allergie non più di 1 alla settimana
È possibile assumere farmaci durante l'allattamento al seno?
I farmaci possono interferire negativamente con l'allattamento (passano nel latte e/o ne riducono la produzione e/o ne modificano la composizione).
La mamma che allatta dovrebbe quindi assumere solo farmaci "indispensabili", prescritti dal medico, evitando l'autoprescrizione e l'abuso di medicinali non necessari.
l farmaci dovrebbero essere assunti subito dopo la poppata, evitando l'allattamento, se possibile, per alcune ore dopo la loro somministrazione.
In ogni caso è bene sorvegliare Io stato di salute del lattante e riferire tempestivamente al pediatra la comparsa di eventuali effetti collaterali.
Farmaci non sconsigliati (alcuni esempi): paracetamolo (es. Tachipirina, Efferalgan), acido acetilsalicilico (es. Aspirina), amoxicillina (es. Zimox, Velamox), eritromicina (es. Eritrocina)
La conservazione del latte materno
Talvolta il latte materno deve essere tolto, come nel caso di un ingorgo mammario, o qualora la mamma decida di continuare a somministrare il suo latte anche se non può essere presente per allattare (per esempio perché riprende a lavorare).
In questi casi si può ricorrere alla "spremitura" manuale del seno, o si può utilizzare il tiralatte. Il latte materno può essere conservato.
Alcuni consigli:
- usate contenitori di plastica (non di vetro perché alcune componenti del latte si possono attaccare sulle pareti) e riempiteli con la quantità corrispondente ad un pasto
- conservatelo in frigorifero per non più di 24 ore, nel freezer del frigorifero per non più di 3 mesi, nel congelatore a -18°C per non più di 2 anni
- scongelatelo nel frigorifero o in acqua fredda, non a temperatura ambiente
Quando consultare il medico
È opportuno consultare al più presto il pediatra se:
- non riuscite ad attaccare correttamente il bambino al seno (per capezzolo piccolo o rientrante)
- il bambino, dopo le prime 2 settimane, cresce, nei primi 3 mesi, meno di 150-200 gr per settimana
- il seno duole, e/o si presenta caldo e arrossato
- se siete ammalate e dovete curarvi con farmaci diversi da quelli prima indicati.
Altro su: "Allattamento al seno: i consigli dell'ARP"
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