La regola generale sulle vaccinazioni in gravidanza dice che:
- I vaccini uccisi o inattivati e quelli costituiti da tossoidi o polisaccaridi, in generale, possono essere somministrati in gravidanza.
- I vaccini vivi sono generalmente controindicati per i potenziali rischi sul feto.
Le vaccinazioni che possono essere praticate in gravidanza. I rischi e i benefici di una possibile vaccinazione devono comunque essere considerati caso per caso.
Il vaccino contro l'influenza
Il vaccino antiinfluenzale è costituito da virus uccisi o da loro sub unità. Il suo impiego in gravidanza non sembra associato ad un aumento del rischio di reazioni avverse superiore a quello presente nella popolazione generale, mentre l’influenza contratta in gravidanza risulta associata ad un aumentato rischio di complicanze.
In caso di influenza il rischio di ospedalizzazione per complicanze cardiorespiratorie è di circa 1,5 volte nelle settimane di gravidanza tra la 14°-20° , aumenta sino a 5 volte presso il termine.
Nel terzo trimestre il tasso di ospedalizzazione per complicanze è 250/100.000 donne, simile a quello delle donne non in gravidanza con condizioni mediche di rischio.
Per questo motivo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la vaccinazione antiinfuenzale in ogni epoca di gravidanza. OMS sottolinea la mancanza di studi sull’utilizzo del vaccino nel I° trimestre, ma per l’assenza di prove contrarie e la provata sicurezza dei vaccini a virus inattivato ( es . Tetano ) , il rapporto beneficio/rischio risulta vantaggioso per la gestante e il feto.
In Italia, secondo la Circolare del Ministero della Salute su prevenzione e controllo dell’influenza 2005-2006, tra le categorie di rischio per le quali è indicata la vaccinazione antiinfluenzale, sono comprese le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione endemica, anche in assenza di condizioni mediche predisponenti.