Il Pediatra di famiglia In base alla Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia, recepita dal Parlamento con la legge 176 del 27/5/91, lo Stato riconosce l'infanzia come un bene sociale da salvaguardare e sul quale investire e riconferma che la tutela sanitaria dell'infanzia e dell'adolescenza è un diritto fondamentale ed è uno degli Obiettivi specifici proposti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
La tutela sanitaria dell'infanzia si attua all'interno dell'Area Pediatrica, definita come complesso di spazi e servizi adatti alle esigenze psico-affettive del bambino e della sua famiglia e come complesso di prestazioni fornite da operatori, medici e diplomati, specificatamente formati e preparati per soddisfare bisogni sanitari specifici. Una delle figure cardine dell'Area Pediatrica è quella del Pediatra di Famiglia e qui proviamo a descrivere il suo ruolo e le sue competenze.
Chi è?
Il Pediatra di famiglia è un libero professionista, specialista in Pediatria o discipline affini, convenzionato col Sistema Sanitario Nazionale; la sua attività è regolamentata da un Accordo Collettivo Nazionale tra la parte pubblica (Ministero della Sanità e Regioni) e i più importanti sindacati medici di categoria.
Come viene scelto?
La ASL (il nuovo nome della USSL) definisce un territorio (ad esempio, una città, un grosso comune o un gruppo di piccoli comuni) e, a seconda della popolazione pediatrica residente, calcola quanti Pediatri occorrono (attualmente si calcola 1 Pediatra ogni 600 bambini di età fra 0 e 6 anni). Se c'è necessità di un altro Pediatra, si sceglie chi ha più titoli nella graduatoria della Regione.
Cosa fa?
Il Pediatra di famiglia si prende cura globalmente del bambino dalla nascita all'adolescenza, ne conosce i bisogni e rappresenta il principale interlocutore della famiglia per la salute dei figli. I suoi compiti nei confronti dei propri assistiti, oltre alla diagnosi e alla cura delle malattie, sono anche la prevenzione e l'educazione sanitaria (quest'ultima riguardante, com'è ovvio, tutta quella sfera di comportamenti familiari che si riflette sul benessere psico-fisico del bambino). Per questo, il Pediatra di famiglia visita il bambino quando è malato, ma effettua bilanci di salute a diverse età nel bambino sano; dà consigli e istruzioni alla famiglia; prescrive accertamenti ed esami (o li effettua egli stesso, quando possibile); dispone visite o ricoveri e tiene i contatti con gli altri specialisti; coordina la terapia ed i controlli successivi.
Come organizza il suo lavoro?
Il Pediatra di famiglia è in servizio dalle ore 8 del mattino fino alle ore 20 della sera e nei giorni prefestivi (anche infrasettimanali) fino alle ore 14; al di fuori di tali orari è prevista la guardia medica. Questo orario viene ripartito congruamente fra attività in studio, visite domiciliari, disponibilità telefonica, aggiornamento e consulto con gli specialisti e l'ospedale. Il Pediatra di famiglia esercita la sua professione in uno o più studi medici adeguatamente attrezzati, dislocati nell'ambito territoriale di sua competenza. Lo studio è aperto cinque giorni la settimana con un congruo orario. Le visite sono di norma espletate attraverso un adeguato sistema di prenotazione. Inoltre il Pediatra di famiglia, se lo ritiene indispensabile, può effettuare visite domiciliari. Queste visite, se recepite entro le ore 10, sono svolte di norma in giornata, se invece la richiesta perviene dopo le ore 10 questa dovrà essere soddisfatta entro le ore 12 del giorno successivo.
Chi sono i suoi pazienti?
Il Pediatra di famiglia può acquisire scelte relative ad assistiti dalla nascita fino al compimento del quattordicesimo anno di età. L'iscrizione può essere prolungata fino a 16 anni se il ragazzo è affetto da patologie croniche o da handicap. Inoltre fino a sei anni compiuti i bambini sono obbligatoriamente iscritti al Pediatra di famiglia, purché presente e disponibile sul territorio; se un genitore di un bambino di età compresa tra i sei e i nove anni desidera iscrivere suo figlio al medico di medicina generale deve farne richiesta scritta all'USSL che potrà accoglierla.
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