Salve, ho una bimba di 4 anni alla quale, in seguito ad esami del sangue effettuati per ricercare eventuali patologie allergiche, già esistenti in famiglia, hanno rilevato un tasso di colesterolo superiore ai valori di riferimento. Su due prelievi effettuati alla distanza di dieci giorni i valori risultavano così: primo esame colesterolo totale 235 mg/dl, secondo esame colesterolo 238 mg/dl e colesterolo HDL 57 mg/dl. Siamo allarmati: chiediamo il vostro parere in merito alla questione.

Vorrei fare alcune premesse collegate al caso specifico: la bambina ha solo 4 anni e quindi non intraprenderei nessun provvedimento dietetico (almeno nel senso stretto) e farmacologico prima di una precisa valutazione. Riguardo alla determinazione del colesterolo si raccomanda di effettuare il dosaggio su due campioni venosi a digiuno ottenuti nell'intervallo di due settimane e di fare la media dei due valori. Andrebbe preso come parametro più che il colesterolo totale, il colesterolo-LDL.

In genere si consigliano modificazioni dietetiche solo se si supera il 75° percentile (cioè se si hanno determinati valori di colesterolo-LDL rispetto a degli standard). Non esistono però standard validi per il 75° percentile del colestrolo-LDL nei bambini di 2-4 anni. Andrebbe fatta (dove possibile) anche un'indagine sulla colesterolemia dei parenti di 1° e 2° grado (spesso si tratta di ipercolesterolemia familiare).

Perciò, prima di prendere in considerazione una modificazione dietetica, la cosa migliore è riesaminare all’età di 5 anni questi dati. Fatte queste premesse sul caso specifico vanno dette delle cose in senso generale. L'ipercolesterolemia viene considerata un fattore di rischio per le malattie collegate alla aterosclerosi (restringimento di arterie), ma non è l'unico fattore e in genere ci vogliono decenni per dare danni. Le donne hanno dei "fattori protettivi" anti-colesterolo rispetto ai maschi.

La terapia dell'ipercolestrolemia negli ultimi anni ha fatto progressi enormi con farmaci molto potenti (che negli ultimi anni si stanno sperimentando anche in bambini) e si associa ad una dieta in cui siano ridotti i cibi con maggior contenuto di colesterolo come i grassi animali (carni, carni grasse, latte, latticini, uova ecc.) e siano aumentate le verdure, la frutta e le sostanze contenenti fibre. La frutta e le verdure non sono importanti solo per il loro contenuto di fibre, ma soprattutto per il loro contenuto in vitamine ed altre sostanze antiossidanti, che si sono dimostrate molto importanti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e anche dei tumori.

Altri fattori di rischio sono il fumo e l’obesità. Rischio, non significa per forza arteriosclerosi, infarto ecc., quindi non va drammatizzato (esistono molti casi di infarti con colesterolo perfetto e bambini con 400-600 mg/dl e più di colesterolo totale). Tuttavia nella vita di ognuno diminuire i fattori rischio porta ad una minor quantità e gravità di malattie. In questo caso consiglierei di attendere la rivalutazione sui 5 anni ma nel frattempo, se vi è un eccesso di peso, cercare di correggerlo fino da ora e se vi è un eccesso di grassi nella dieta, ridurlo.

Ho parlato di eccesso!!! La bambina per crescere ha bisogno di una dieta normale e non priva di sostanze importanti per lo sviluppo. Peraltro eviterei fin d'ora il pericolo di altri fattori di rischio aggiuntivo come il fumo (passivo per ora e attivo in futuro): quindi se in famiglia vi è un fumatore è bene che smetta sia per evitarle il dannosissimo fumo passivo e sia per non darle un esempio negativo per la sua adolescenza (fumano spesso i figli di fumatori).

Naturalmente anche riguardo la eventuale riduzione di peso (se in eccesso) va fatta una politica familiare: non è possibile mettere a dieta rigorosa una figlia se in famiglia gli altri sono tutti grassi e come si dice a Roma "magnano a quattro ganasce". Un altro rischio molto importante è quello psicologico: il caso di bambini con una ipercolesterolemia non va sottovalutato, ma soprattutto non va drammatizzato ed eventualmente fare una dieta adatta non è detto che debba essere un supplizio, ma può essere presa come un piacere facendo delle scelte dietetiche che possono far bene a tutta la famiglia. Non etichettare la bambina come malata cronica.

Naturalmente queste mie indicazioni generiche non debbono influenzare i genitori della bambina che invece debbono far prendere le decisioni del caso al collega Pediatra che la segue o ad un clinico specialista nel settore. In Italia vi sono molti centri che studiano e seguono esclusivamente questo problema (N.B.: ho parlato di problema e non di malattia!). Evitare di fare in proprio seguendo le numerose indicazioni che compaiono sui vari rotocalchi.

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