Che cos’è la Difterite?
La Difterite è una malattia infettiva molto grave che si trasmette per lo più per via aerea con le goccioline emesse con la respirazione ed attraverso il latte non pastorizzato. Tale malattia è causata da una sostanza prodotta da un particolare batterio: Corynebacterium diphtheriae.
Questo batterio produce una sostanza tossica (tossina difterica), che è in grado di provocare gravi lesioni in molti organi fra cui il cuore e i reni e forma nel naso, in gola e nella laringe particolari membrane che possono portare addirittura al soffocamento. Circa 5-10 casi su 100 possono essere mortali.
La vaccinazione antidifterica è disponibile in Italia dal 1929 e resa obbligatoria per i nuovi nati dal 1939. Agli inizi del 1900, si registravano ogni anno nella popolazione infantile circa 20-30 mila casi di Difterite e circa 1500 decessi, mentre dopo che la vaccinazione è stata resa obbligatoria, i casi di malattia calarono fino a diventare, a tutt’oggi, solo pochi e sporadici.
L’ultimo caso in età infantile si verificò nel 1991, in una bambina non vaccinata, e ne provocò la morte. In questi ultimi anni, nei Paesi dell’Europa Orientale, per una diminuita adesione alle campagne vaccinali, si sono verificate gravi epidemie di difterite tuttora in corso.
A seguito di queste gravi epidemie e della persistenza della malattia in tutto il mondo, il Ministero della Salute raccomanda di proseguire i richiami di questa vaccinazione insieme a quella antitetanica, oltre che nell’età infantile anche negli adolescenti e negli adulti per mantenere una buona difesa da questa malattia nella popolazione.
Che cos’è il vaccino per la Difterite?
Il vaccino contro la difterite, è costituito da un preparato caratterizzato da una sostanza (tossina difterica) resa inattivata, in maniera tale da non essere più pericolosa, ma nello stesso tempo capace di stimolare l’organismo a potersi difendere dalla vera malattia.
Come e quando si somministra il vaccino per la Difterite?
IL vaccino antidifterico è contenuto nella fiala del vaccino esavalente (antidifterite + antitetano, antipertosse, antipolio, antiepatite B, antiaemophilus b); questo vaccino viene somministrato con un’iniezione per via intramuscolare a 3, 5 ed 11 mesi. A parte questo ciclo di “immunizzazione primaria”, il vaccino è disponibile anche in altre combinazioni, come a esempio DTPa (antidifterite, antitetano, antipertosse) che viene effettuato, come richiamo, prima dell’ingresso a scuola, e DT (antidifterite, antitetano) da ripetere ogni dieci anni, in maniera tale da mantenere sempre alto il livello di protezione contro la malattia. Per effettuare questa vaccinazione non è necessario tenere il bambino a digiuno.
Quando si può vaccinare un bambino contro la difterite?
La vaccinazione contro la difterite con il vaccino esavalente, può essere effettuata al bambino in caso di:
- infezione delle vie aeree superiori (esempio: raffreddore, tosse)
- convulsioni comparse entro 3 giorni
- da una somministrazione precedente di esavalente presenza di disturbi neurologici stabilizzati (es. convulsioni ben controllate, paralisi cerebrale, ritardo dello sviluppo)
- episodio di ipotonia-iporesponsività nelle 48 ore successive la somministrazione di una precedente dose di esavalente febbre dopo una precedente dose di esavalente
- pianto persistente e incontrollato per più di 3 ore dopo una precedente somministrazione di esavalente
- storia familiare di convulsioni.
Quando si deve rimandare la vaccinazione contro la difterite?
La vaccinazione contro la difterite con il vaccino esavalente deve essere temporaneamente rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate clinicamente importanti. Il medico vaccinatore valuterà l’opportunità di posticipare l’esecuzione della vaccinazione antidifterite anche in caso di disturbi neurologici la cui causa non sia stata ancora sufficientemente precisata, fino a chiarimento del problema o della definizione della diagnosi. La vaccinazione antidifterite va rimandata anche nel caso in cui il bambino presenti disturbi neurologici non stabilizzati (es. convulsioni non ben controllate). Nel caso in cui il bambino presenta un’allergia al lattice (gomma), bisogna sempre avvertire il medico vaccinatore, che può disporre, eventualmente, la vaccinazione in ambiente ospedaliero. Il motivo di tale decisione nasce dal fatto che, esistendo prodotti contenenti questa sostanza nel tappo del flaconcino del vaccino e nella stessa siringa, anche se molto raramente, si possono avere delle reazioni allergiche dopo la vaccinazione, che vengono meglio gestite in un ambiente ospedaliero.
Quando non si deve vaccinare contro la difterite?
Non si deve vaccinare in caso di reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose, oppure dopo una reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino.
Cosa fare in caso di eventuali razioni al vaccino contro la difterite?
Di solito questo vaccino non provoca particolari reazioni, ma è possibile che entro le 48 ore dalla vaccinazione, si verifichi una reazione irritativa passeggera nel punto dove è stato iniettato il vaccino. Questa reazione si manifesta con gonfiore, rossore e dolore. Raramente può comparire febbre che, per lo più modesta, si cura con l’utilizzo di un qualsiasi antipiretico. Nel caso in cui questi sintomi si dovessero protrarre per più di due giorni si consiglia di consultare il medico al fine di verificare se questi possano essere attribuibili ad altra causa; inoltre in caso di una reazione importante o insolita, previo consulto medico, si deve provvedere ad effettuare la dovuta segnalazione di “avvento avverso”.