Nel rilasciarmi il certificato medico per frequentare un normalissimo corso di mini basket (no agonismo) il mio medico di base ha chiesto, giustamente, un ECG. Da quest'ultimo è stata riscontrata un "aritmia sinusale con frequenza cardiaca 80 battiti al minuto, PR 0,14 aqrs +60; aspetto ST da ripolarizzione precoce; tracciato nei limiti per età". Il mio medico però non ha rilasciato il certificato e mi ha prescritto un ecocardiogramma ed una visita cardiologica, ma dicendomi che posso tranquillamente mandare mio figlio a fare attività sportiva. Sono confusa: il cardiologo che mi ha rilasciato l'esito dell'ECG mi aveva totalmente tranquillizzato, ma il mio medico proprio no! Ovviamente procederò con gli accertamenti ma chiedo se faccio bene a far fare "sforzi" a mio figlio.
La ripolarizzazione precoce (RP) non è una manifestazione clinica né un sintomo cardiaco ma una semplice alterazione della conduzione elettrica del cuore.
Il cuore possiede un impianto elettrico capace di generare ritmicamente la corrente che gli serve per la propria contrazione. I disturbi che possono alterare il funzionamento di questo impianto elettrico sono molteplici, alcuni gravi, come le aritmie, altri innocui e clinicamente silenti come la RP.
Si tratta di un aspetto specifico dell’elettrocardiogramma (ECG), comune a molti giovani e non solo, che è considerato generalmente benigno, ancor di più in soggetti molto giovani. Quindi, è una condizione che se non venisse mai effettuato un ECG resterebbe misconosciuta.
Tecnicamente si parla di RP se l’ECG (spesso relativo a soggetti giovani) presenta un particolare aspetto di quella parte del tracciato che riguarda la ripolarizzazione, ossia il ritorno delle correnti elettriche del cuore allo stato di riposo, subito dopo la contrazione cardiaca.
In pratica, si registrano anomalie all’ECG consistenti in sovraslivellamento del tratto S-T, proprio come può accadere in caso di lesione del miocardio (ma in questo caso con tutto il corredo sintomatologico correlato), che però si riscontrano in tracciati di giovani perfettamente sani, nei quali la visita medica può facilmente escludere la presenza di patologie organiche del cuore.
La RP, peraltro facilmente riconoscibile da qualsiasi cardiologo, è infatti tradizionalmente associata all’età giovanile e riguarda un profilo neuro-vegetativo che si definisce di tipo vagale, molto simile a quello degli sportivi agonisti, pertanto senza significato clinico.
Al contrario, lo sviluppo di aritmie nei soggetti adulti con franco aspetto di RP è ancora molto dibattuto e riguarda casi singoli descritti in letteratura medica. Non a caso, nel corso degli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni studi, condotti da ricercatori di chiara fama su prestigiose riviste mediche, volti a confutare l’assoluta benignità della RP.
Quindi, si comincia a considerare questo particolare aspetto elettrocardiografico, quando riscontrato in un soggetto adulto di “mezz’età”, come un indicatore di aumentato rischio di aritmie cardiache.
Viceversa, nei soggetti giovani la RP è da considerare a tutti gli effetti un pattern fisiologico, che non comporta alcuna associazione a malattie cardiache o morte improvvisa.
Pertanto, in età pediatrica se l’ECG è normale (a parte gli aspetti anch’essi “normali” della RP), non bisogna preoccuparsi d’altro.