Vorrei avere informazioni mediche sulla peritonite: che cos'è, perché viene, quali sintomi provoca, come si cura.
La peritonite è l'infiammazione delle membrane peritoneali viscerali e parietali dell'addome (il peritoneo, infatti, è una sottile struttura membranosa, molto vascolarizzata, che riveste la cavità addominale ed i visceri addominali).
Di solito è conseguente ad un'infezione batterica della cavità peritoneale, più raramente è causata da un'irritazione chimica, come nella peritonite biliare, dovuta cioè non ad infezione ma allo stravaso di bile, altamente irritante, nella cavità peritoneale. Si parla di peritonite "generalizzata", se l'infiammazione interessa il peritoneo nel sua completa estensione; oppure "localizzata" se interessa una zona limitata, dando luogo ad una raccolta ascessuale (come l'ascesso appendicolare, l'ascesso pelvico o l'ascesso subfrenico).
Se la peritonite è un evento che non appare essere in relazione ad una precedente infiammazione dei visceri addominali si parla di peritonite "primitiva", ed è causata allora da diversi tipi di germi. Se, invece, è la conseguenza di una iniziale infiammazione dei visceri addominali si parla di peritonite "secondaria"; nei bambini questo tipo di peritonite si associa più spesso ad appendicite, ma può verificarsi anche nel volvolo, nell'ernia incarcerata o nella rottura del diverticolo del Meckel. La sintomatologia è, in genere, molto evocativa ed è caratterizzata da forti dolori addominali, vomito, rigidità della parete addominale. Spesso vi si associa febbre; a volte diarrea profusa con grave disidratazione, altre volte alvo chiuso con sintomi da occlusione intestinale.
Il cardine della terapia, ovviamente in ambiente ospedaliero, consiste in una serie di misure volte:
- a stabilizzare il paziente correggendo lo squilibrio idro-elettrolitico con infusione di soluzioni glucosaline;
- ad alleviare l'ostruzione intestinale con l'aspirazione nasale;
- a controllare l'infezione peritoneale con antibiotici ad ampio spettro.
Nelle forme "secondarie" l'intervento chirurgico su qualsiasi viscere lesionato deve essere eseguito prima possibile, preferibilmente dopo che il paziente è stato stabilizzato e sicuramente dopo l'inizio della terapia antibiotica parenterale.
Nelle forme "primitive", in genere la risoluzione dei sintomi si ottiene entro 48 ore di terapia. Tuttavia, è indicata l'esplorazione chirurgica del cavo peritoneale se dopo tale periodo di terapia antibiotica le condizioni cliniche del bambino non migliorano; oppure se si osserva aria libera alla radiografia dell'addome (indice di perforazione di un viscere), o se vi sono segni di localizzazione (indice di formazione di ascessi).