Vari modi per somministrare l'insulina I microinfusori portatili di insulina da che età possono essere usati? Come funzionano? E come sono le ricerche in campo diabetologico per somministrare l'insulina in modo alternativo alle iniezioni, come, ad esempio, per via nasale o per bocca?
L'obiettivo della terapia insulinica nel diabete mellito insulino-dipendente è quello di assicurare un fabbisogno di base durante l'arco della giornata e di apportare quantità supplementari all'orario dei pasti. Questo viene ottenuto tramite la somministrazione di insulina ad azione ritardata (intermedia, lenta o ultralenta) e di insulina ad azione più o meno immediata (rapida o ultrarapida) con la necessità di praticare, secondo lo schema utilizzato, due, tre o quattro iniezioni quotidiane.
Al fine di assicurare somministrazione costante di insulina durante tutta la giornata, con la possibilità di un apporto aumentato all'orario dei pasti, sono stati messi a punto i microinfusori. Si tratta di pompe automatiche, delle dimensioni più o meno di un "Walkman", che erogano un flusso continuo di insulina rapida tramite un tubicino collegato ad un ago sottocutaneo.
Al momento dei pasti, il paziente, tramite un pulsante o altro dispositivo analogo, invia una quantità di insulina supplementare. I vantaggi apportati da questo sistema sono l'ottima copertura del fabbisogno di base di insulina, che con uno schema iniettivo è garantito dall'azione delle insuline ritardo con maggiore difficoltà e l'assenza di iniezioni. Esistono però degli svantaggi: il fatto di aver sempre su di sé un apparecchio automatico, se è ben sopportabile durante le normali attività quotidiane di un adulto, rappresenta sicuramente una costrizione in età infantile, in particolare durante i momenti di gioco o di sport. Da non trascurare, inoltre, la necessità di sorvegliare il corretto posizionamento dell'ago nel tessuto sottocutaneo, che comunque andrà cambiato più volte durante la settimana.
L'impiego dei microinfusori in età pediatrica è dunque abbastanza limitato e viene generalmente riservato ai pazienti che attraversano un periodo di cattivo controllo metabolico, che possono giovarsi di un periodo di insulinoterapia "intensiva", ed a quelli che possono giovarsi, dal punto di vista psicologico, dell'eliminazione del momento dell'iniezione in una fase di rifiuto della malattia. Del resto spesso queste situazioni coincidono, in particolare nel periodo adolescenziale. Il controllo metabolico ottenuto mediante l'impiego di un sistema automatico è sicuramente superiore a quello che si può avere con uno schema a due iniezioni, ma non differisce molto da quello ottenuto con uno schema a tre/quattro iniezioni ben adattato. Per quanto riguarda le altre vie di somministrazione, in particolare inalatoria, nasale ed orale, è la prima, quella inalatoria, che sembra offrire prospettive interessanti per sostituire le iniezioni di insulina rapida al momento dei pasti.
Queste forme di somministrazione sono tutte attualmente allo stato sperimentale e quindi non ancora applicate nella pratica corrente. Allo stato attuale delle conoscenze, l'impiego di una penna automatica o di una siringa con un ago adeguato alle caratteristiche della cute del bambino rappresenta il metodo di scelta per somministrare l'insulina in età pediatrica.
Altro su: "Insulina per i bambini"
- Il papà è diabetico
- Il diabete si trasmette ai figli? È possibile che si presenti in età così piccola? Cosa consiglia l'esperto.