Sono il papà di un bimbo di tre anni, che soffre di otite media essudativa da due anni. Siamo già passati per antibiotico, cortisone, profilassi, inalazioni ed aerosol. Gli audiogrammi hanno sempre delle curve appena accennate, per cui, su consiglio del medico, siamo in attesa dell'intervento di" drenaggio timpanico bilaterale e rimozione adenoidi ". Da pochi giorni abbiamo sentito parlare di "cateterismo tubarico ". La domanda è: può questo cateterismo sostituire l'intervento, o più in generale essere un buon rimedio per l'otite di mio figlio?
L’insufflazione endotimpanica (o cateterismo tubarico) rappresenta il metodo più valido per portare l’idrogeno solforato (che è uno dei vari composti dello zolfo presenti nelle acque termali sulfuree) direttamente all’interno sia della tuba di Eustachio (quel sottile canale che mette in comunicazione la parte posteriore del naso con l'orecchio) che della cavità timpanica.
Questo si ottiene grazie ad un sottile catetere che viene inserito nella narice del paziente sino a raggiungere l’apertura faringea della tuba: da ciò deriva il nome di cateterismo tubarico. Attraverso il catetere si immette il gas termale il cui arrivo nell'orecchio produce un fruscio che viene avvertito sia dal paziente sia dal medico insufflatore tramite un fonendoscopio appoggiato sull'orecchio corrispondente.
Qualora il cateterismo non fosse attuabile, ad esempio per la scarsa collaborazione dovuta alla giovane età del paziente oppure per ostacoli anatomici, lo si può sostituire con il "politzer crenoterapico", tecnica meno invasiva della precedente che consiste nell’introdurre il gas non più con un catetere ma tramite un’oliva nasale appoggiata alla narice del paziente.
L’insufflazione endotimpanica e il politzer crenoterapico rappresentano una delle terapie specifiche per l’otite media secretiva detta anche otite catarrale. Sulle secrezioni mucose infatti l’idrogeno solforato ed i suoi derivati inducono alcune modificazioni rendendo il muco meno viscoso.
Molti pazienti traggono un reale beneficio da tali trattamenti, ma solo per breve tempo. La loro reale efficacia nell’abbreviare l’evoluzione naturale della malattia non è stata dimostrata. Nel caso specifico di suo figlio, considerata la storia clinica e i referti audiometrici, è probabile che solo l’intervento chirurgico possa essere di un certo beneficio.
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