Ho un bimbo di sei mesi e mezzo e volevo chiedere quando posso cominciare a farlo caricare per camminare, visto che lui tende ad alzarsi aggrappandosi ai mobili e, se lo si tiene con le mani, sta in piedi e cerca di fare qualche passetto. Non vorrei che fosse troppo presto ed ho paura che si faccia male alle anche.
ll cammino è un evento naturale la cui tempistica è dettata dalla maturazione neurologica del bambino e dal raggiungimento di determinate tappe evolutive. Questo per dire che nessun può farci camminare prima del tempo se il nostro organismo non è pronto. Tutti i bambini sani sono programmati per assumere una stazione eretta e camminare.
Generalmente alcune tappe sono ben codificate nel raggiungere determinate autonomie: a 3 mesi si raggiunge il controllo del capo che smette di ciondolare, a 4 mesi si acquisisce il rotolamento del corpo, a 6-7 mesi si riesce a mantenere una postura seduta in modo autonomo, a 9-10 mesi si iniziano a fare delle prove di cammino, tenendosi in piedi aggrappati, a 12 mesi si inizia a camminare in modo autonomo.
Tali date sono soggette a variazioni individuali ma sono frutto di una maturazione neurologica e motoria e non vanno forzate, pena la possibilità di determinare danni o problemi futuri.
Non è consigliabile sostenere e aiutare il bambino a camminare in quanto una cosa è il desiderio del bambino di farlo, cosa che è già presente alla nascita (esiste un riflesso della marcia che viene fatto dai neonatologi alla nascita) altra cosa è essere pronti per farlo in quanto la maturazione del nostro apparato neurologico e locomotore va rispettata.
Sarebbe un po’ come far guidare la macchina ad un dodicenne solo perché lo desidera e abbiamo visto che se la cava a girare il volante sulle giostre. Vanno banditi girelli e aiuti sproporzionati nel sostenere e incoraggiare quello che non è che un riflesso, non una marcia autonoma.
Sottoporre le ossa a carichi prolungati, come nel girello, possono determinare in alcuni casi accentuazioni del varismo delle ginocchia e vizi del cammino con passo sulla punta dei piedi. Ogni tappa della nostra vita implica sacrificio e volontà di raggiungere determinati risultati con un impegno che ognuno di noi deve trovare attingendo alle proprie forze.
Anche il raggiungimento del cammino autonomo non si sottrae a questa legge. È la motivazione a scoprire quel che ci circonda o a raggiungere qualcosa che ci piace che ci spinge ad alzarci e camminare quando siamo pronti dal punto di vista organico a farlo, ognuno di noi ha avuto questa spinta interiore anche se non ne eravamo consci.
Lasciare che il bimbo al momento giusto raggiunga quel che desidera senza che un adulto glielo porti è il giusto atteggiamento. Molti bambini tardano a iniziare a camminare solo perché i genitori li assecondano in tutto e sono pronti a portare loro ogni oggetto il bambino manifesta volere senza lasciare che questi si lanci da solo a cercare di raggiungerlo.
Cara signora, non abbia fretta di veder camminare suo figlio prima del tempo: lui ha solo sei mesi e mezzo ed è troppo presto. Il momento verrà quanto tutto sarà pronto per camminare.
Al momento lasciarlo giocare nel box permette a lui di giocare, aggrapparsi, stare seduto, giocare in ambiente protetto e consente a lei di tenerlo sott’occhio facilmente. Verrà il momento in cui camminerà senza aiuto di nessuno e da lì in avanti bisognerà aumentare di molto la sorveglianza per evitare i pericoli che derivano dall’indipendenza di movimento e
dall’incoscienza dei piccoli.
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