Il mio bambino ha due anni e mezzo e da circa un mese fa dei capricci continui ogni giorno, sembrerebbe solo con me. All'asilo nido, dove va la mattina è tranquillissimo e ha avuto un inserimento veloce. Il resto della giornata sta con la nonna dove è tranquillo. Parla moltissimo e sembra essere molto avanti per la sua età. Quando arrivo dal lavoro, appena usciti dalla porta della nonna e partiti per casa, inizia a dire che non vuole tornare a casa, non vuole togliersi la giacca, non vuole entrare, ecc. La mattina ricomincia, non vuole vestirsi, vuole il latte caldo, poi  lo vuole freddo, non vuole uscire... Non capisco se questa possa essere una fase e come mi devo comportare in quanto da una parte mi sento impotente verso questi scoppi di ira e aggressività (mi morde o mi picchia) e dopo mezz'ora di urla non so più cosa fare. Non so se essere dura, se essere affettuosa, se andarmene e lasciarlo lì a piangere (le ho provate tutte ma sembra non servire). Mi sento anche in colpa perché in questo periodo sono stata via una settimana per lavoro, anche se tutto questo è iniziato già alcune settimane prima di questa partenza. Potete spiegarmi se è normale e darmi un consiglio su come comportarmi?

E' infatti in questo periodo che inizia l'età dei no, con storie e scenate del tutto simili a quelle descritte da questa mamma: crisi di pianto, conati di vomito, strilli contraddistinguono questa fase tanto normale per i figli quanto esasperante per i genitori. Il bambino deve imparare ad affermare la propria volontà, e i "capricci" sono il suo primo, maldestro tentativo per farlo: sperimenta un modello di comportamento.

Comprendo che per la mamma è una fase stressante ed esasperante, e la soluzione, come al solito, è in una via di mezzo: tanto più si è oppressivi, tanto più il bimbo dovrà "lottare" per affermarsi, tanto maggiori saranno i divieti, tanto più frequenti saranno le relative insubordinazioni.

Nei limiti del ragionevole si dovrà quindi accondiscendere alle richieste del bambino, ma certamente non tollerare di essere morsi o picchiati. Facendo i "capricci" il bambino osserva anche la risposta: l'atteggiamento sereno, anche se impraticabile in molti momenti della giornata, è il migliore in piena crisi. Ricordiamoci sempre che i nostri figli imparano da noi: mamma, non urlare, se non vuoi che il tuo bimbo non urli.

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