Mio figlio Giuseppe ha iniziato a parlare dai 20 mesi ma, poco dopo aver compiuto i tre anni, ha cominciato a balbettare. All'inizio non ho dato particolare importanza al fatto, ma ora che sono già passate alcune settimane incomincio a preoccuparmi. Come posso aiutare il mio bambino?
La balbuzie è un fenomeno molto comune (colpisce il 3% dei bambini), più frequente nei maschietti, che compare in età prescolare, dopo i tre anni di vita. Spaventa i genitori in particolare la rapidità con cui insorge il disturbo: da un giorno all'altro il piccolo, che prima parlava abbastanza spedito, inizia a tartagliare. Il problema scaturisce dalla difficoltà del bambino di individuare rapidamente le parole corrette per manifestare i concetti che si affollano nella sua mente e che vuole comunicare; in altri termini la velocità con la quale corrono le sue idee è molto superiore rispetto alla sua capacità di esprimerle con parole.
Nell'attesa che il disturbo si risolva spontaneamente (in genere nel giro di alcuni mesi), ci sono alcuni comportamenti che si possono consigliare:
- non interrompere il discorso del piccolo chiedendogli di ripetere la parola pronunciata non correttamente: ciò evidenzia il suo errore mettendolo in imbarazzo;
- non sostituirsi al bambino nel completare la parola o la frase;
- non invitarlo a restare calmo: in questo modo si aumenta la sua ansia;
- non rimproverarlo: non è colpa sua se balbetta;
- non mostrarsi divertiti quando storpia le parole: ciò non è sicuramente di stimolo a parlare in modo corretto;
- non apparire preoccupati od ansiosi.
Il miglior atteggiamento da assumere è armarsi di pazienza: il piccolo va ascoltato quando parla senza irritarsi per i suoi errori di pronuncia. Articoliamo bene le parole in modo che il bambino capisca esattamente tutti i suoni e non abbia difficoltà a ripeterli correttamente.
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