Dovendo iniziare a preparare del latte artificiale partendo da latte in polvere, gradirei avere delle risposte sul tipo di acqua da utilizzare per la diluizione.
Le acque minerali si classificano in quattro gruppi in rapporto alla quantità di minerali disciolti, indicata dal "residuo fisso", il cui valore è riportato sull'etichetta delle bottiglie. Il residuo fisso è costituito dalle sostanze che rimangono dopo aver fatto evaporare un litro di acqua minerale a 180 gradi centigradi: il valore, espresso in mg/l, è tanto maggiore quanto più elevata è la quantità di sali minerali presenti. Si distinguono perciò:
- acque minimamente mineralizzate, con un residuo fisso inferiore ai 50 milligrammi al litro
- acque oligominerali o leggermente mineralizzate, con un residuo fisso compreso tra i 50 e i 500 milligrammi al litro
- acque medio minerali, con un residuo fisso compreso tra i 500 e i 1500 milligrammi al litro
- acque ricche di minerali, con un residuo fisso superiore ai 1500 milligrammi al litro.
Il lattante nei primi mesi di vita necessita di un'acqua con pochi sali minerali perché nel latte della mamma o nel latte artificiale sono già contenute le corrette quantità di minerali per il suo accrescimento. L'introduzione di sali minerali in eccesso può causare un sovraccarico di lavoro per i suoi reni, che sono ancora immaturi e che quindi hanno una funzione ridotta e possono non essere in grado di filtrare i minerali in eccesso. Di conseguenza l'acqua minerale da somministrare al lattante e da usarsi per ricostruire il latte in polvere deve avere un residuo fisso basso, comunque mai superiore ai 140 mg/l.
Alcune acque minerali che vengono ampiamente pubblicizzate per l'uso nel bambino molto piccolo in realtà presentano spesso un residuo fisso superiore ai 1000 mg/l, per cui raccomandiamo di controllare la composizione sull'etichetta secondo le indicazioni sopra riportate.
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