Che cos’è la Tubercolosi?
La tubercolosi (TB), è una malattia provocata da un batterio chiamato Mycobacterium tubercolosis, detto bacillo di Koch, che può sopravvivere per lungo tempo all'oscurità e alle basse temperature, mentre è molto sensibile alla luce del giorno e alla pastorizzazione a 60° C.
La via principale di trasmissione del virus è da una persona all’altra, attraverso il contatto diretto o con le goccioline di saliva espulse dalle persone infettate quando tossiscono o starnutiscono.
La maggior parte dei bambini infetti dal Mycobacterium tubercolosis è asintomatica. Le prime manifestazioni cliniche, che si possono verificare 1-6 mesi dopo l’infezione iniziale, comprendono uno o più dei seguenti segni non specifici: febbre, perdita di peso o scarso aumento del peso, tosse, sudorazione notturna e brividi. I
l Mycobacterium tubercolosis può colpire qualsiasi organo del corpo, ma usualmente colpisce i polmoni.
Storicamente la prevenzione della tubercolosi, si è basata su misure igienico-sanitarie generali e su regimi alimentari equilibrati, cosicché la diffusione della malattia ha avuto un andamento inversamente proporzionale alla crescita economica di un paese, ovvero è andata diminuendo nei paesi ricchi e continua ad essere un problema drammatico nei paesi più poveri del mondo.
Il test della tubercolina (Mantoux) è un metodo diagnostico per valutare se il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi la malattia. La reattività alla tubercolina appare da 2 a 12 settimane dopo l’infezione iniziale.
Per accertare se c’è in atto un’infezione tubercolare, bisogna isolare il batterio dalla cultura dei liquidi di lavaggio gastrico, dallo sputo, dal lavaggio bronchiale, dalle urine e da altri liquidi organici. La TB è una malattia infettiva curabile e può essere sconfitta con le cure mediche appropriate, ma soprattutto con la diagnosi precoce dei soggetti malati, ovvero dei soggetti con TB attiva e quindi infettiva.
Tra i maggiori problemi resta il fatto che la durata delle cure per la tubercolosi è molto lunga, pertanto può accadere più facilmente che i soggetti affetti dalla malattia non assumano i farmaci per tutto il periodo necessario alla guarigione e in modo corretto. L'uso non corretto degli antibiotici (rispetto alle dosi, al numero di somministrazioni, ai tempi necessari per la guarigione), può causare l'adattamento dei batteri ai farmaci e lo sviluppo di una vera e propria "resistenza" agli stessi. Il periodo di incubazione, dal momento dell’infezione tubercolare allo sviluppo di una positività alla tubercolina, è di circa 2-12 settimane.
Il rischio di malattia è più elevato nei 6 mesi dopo l’infezione e resta alto per 2 anni; tuttavia, possono passare mesi o anni fra l’infezione e la manifestazione della malattia.
Che cos’è il vaccino contro la Tubercolosi?
Il vaccino contro questa malattia è costituito dal batterio tubercolare, che a seguito di particolari trattamenti di laboratorio viene reso incapace di provocare la vera malattia, ma rimane ugualmente in grado di stimolare le difese dell’organismo contro l’infezione naturale (vaccino vivo ed attenuato). Questo vaccino ha un’efficacia del 50-78%.
Come e quando si somministra il vaccino contro la Tubercolosi?
Il vaccino è indicato quando il bambino è continuamente esposto al contatto (es. familiare) con una persona affetta da tubercolosi polmonare contagiosa, resistente ad alcuni farmaci (o quando quella persona non sia stata curata o sia curata in maniera non adeguata) e l'esposizione non possa essere interrotta. Nei Paesi in cui la tubercolosi è considerata endemica (come il Costa Rica), il vaccino antitubercolare viene effettuato nei primi 2 mesi di vita (di solito alla nascita o nei primi giorni di vita).
Anche se non esiste un limite di età, prima di effettuare questo vaccino bisogna valutare che il test alla tubercolina sia negativo, cioè che il sistema immunitario non sia già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi. Il vaccino viene somministrato nella regione superiore del braccio, attraverso l'inoculazione nel tessuto immediatamente sottostante all'epidermide (derma) di una piccola quantità di soluzione contenente il bacillo tubercolare vivo ed attenuato. Nel sito dell'inoculazione, nei giorni successivi alla vaccinazione, si forma una "papula" rossastra, non dolente, secernente siero. Si forma poi una crosticina che, cadendo, lascia una piccola cicatrice permanente. Tutta l'evoluzione è assolutamente normale e dura una trentina di giorni.
Quando si può vaccinare un bambino contro la Tubercolosi?
Il bambino con banali infezione delle vie aeree superiori (esempio: raffreddore) può essere vaccinato.
Quando si deve rimandare la vaccinazione contro la Tubercolosi?
La vaccinazione contro la tubercolosi deve essere temporaneamente rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate clinicamente importanti. Nel caso in cui il bambino presenta un’allergia al lattice (gomma), bisogna sempre avvertire il medico vaccinatore, che può disporre, eventualmente, la vaccinazione in ambiente ospedaliero. Il motivo di tale decisione nasce dal fatto che, esistendo prodotti contenenti questa sostanza nel tappo del flaconcino del vaccino e nella stessa siringa, anche se molto raramente, si possono avere delle reazioni allergiche dopo la vaccinazione, che vengono meglio gestite in un ambiente ospedaliero.
Altre condizioni per le quali il medico vaccinatore è tenuto a rimandare la vaccinazione antitubercolare, sono: gravidanza, trapianto cellule staminali ematopoietiche, terapia con farmaci immunosoppressori a lungo termine, cortisone ad alte dosi per periodi protratti, chemio e radioterapia.
Quando non si deve vaccinare contro la Tubercolosi?
Il vaccino antitubercolare non deve essere effettuato in caso di:
- infezione da HIV
- grave deficit del sistema immunitario dovuto ad immunodeficienze congenite o acquisite
- tumori solidi disseminati oppure a carico del sangue (ad esempio leucemie, linfomi);
- malattia cutanea attiva estesa incluso le ustioni estese
- reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino
- terapia con uno o più farmaci antitubercolari in corso test alla tubercolina positivo
- trapianto organi solidi
- tubercolosi in atto o pregressa.
Cosa fare in caso di eventuali razioni al vaccino contro la Tubercolosi?
Gli effetti collaterali abbastanza frequenti del vaccino sono una reazione locale (dolore gonfiore) nella sede della puntura o un rigonfiamento dei linfonodi che sono vicini alla sede della somministrazione. Nei rari casi di dolori ossei e di importanti rigonfiamenti dei linfonodi si consiglia di consultare il medico al fine di valutare l’opportuno trattamento e provvedere ad effettuare la dovuta segnalazione di “evento avverso”.