Mio nipote è nato fortunatamente.. la mamma era da due giorni che non lo sentiva scalciare nella pancia... dopo un frettoloso cesareo il piccolo è stato trasportato in un centro più attrezzato perché aveva ormai ingerito il liquido. A che cosa andiamo incontro? È grave? Una volta si diceva che chi ingeriva il liquido rimaneva ritardato! Siamo già fortunati che è vivo... ma vorremmo delle delucidazioni!
L'inalazione del liquido amniotico, cioè il suo passaggio nelle vie aeree, provoca seri problemi al neonato quando è frammisto a meconio denso: contiene quindi delle particelle grossolane, che vanno a tappezzare gli alveoli polmonari ed impediscono, di conseguenza, gli scambi di ossigeno ed anidride carbonica.
La presenza di meconio nel liquido amniotico si verifica quando, nella vita intrauterina, si instaura una sofferenza fetale, vale a dire una ipossia (diminuito apporto di ossigeno al feto) che fa da stimolo all'emissione di meconio; la spia di tale fenomeno è il colore verde del liquido amniotico ed il risultato può essere un'asfissia alla nascita che richieda intervento di rianimazione e, successivamente, assistenza respiratoria in un centro di terapia intensiva. Questa situazione potrebbe essere di una certa gravità e richiedere anche intervento di ventilazione meccanica, cioè assistenza con un respiratore automatico che consenta di vicariare alla funzione respiratoria compromessa.
Un'altra condizione che può verificarsi alla nascita è quella di un mancato adattamento alla vita extrauterina: nella vita fetale gli alveoli polmonari sono pieni di liquidi ed i capillari che li circondano sono di piccolo calibro. Perché si verifichi un normale avvio della respirazione alla nascita è necessario che, con i primi atti respiratori, venga introdotto ossigeno negli alveoli e venga rimosso il liquido presente attraverso un riassorbimento ematico e linfatico; quando c'è un ritardato riassorbimento del liquido polmonare fetale si instaura una difficoltà respiratoria con un inadeguato scambio di gas ed una mancata dilatazione dei capillari perialveolari.
In questo caso ci troviamo di fronte ad una situazione di minore gravità che, in genere, richiede solo una terapia con ossigeno per un certo numero di giorni, fino a quando non si realizzano le condizioni per un ottimale scambio di gas a livello polmonare. Nel caso in esame il parto cesareo precipitoso, i movimenti fetali diminuiti negli ultimi due giorni, fanno pensare ad una condizione di sofferenza perinatale.
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