Fargli fare il sonnellino alla scuola materna? Il mio bambino di tre anni e mezzo ha cominciato da due settimane la scuola materna. Avendo già frequentato l'ultimo anno di asilo nido part-time, non ha avuto problemi nell'inserimento. I problemi sono iniziati quando, alcuni giorni fa, ha deciso di rimanere a dormire al pomeriggio insieme ai suoi amici. L'anno scorso ho perso una bambina di un mese, quindi può capire che il mio bimbo è piuttosto coccolato in famiglia. Al momento di addormentarsi è stato abituato ad avere sempre vicino la mamma o la nonna. Capisco che l'errore è stato mio, ma in un momento così difficile sentivo il bisogno di riempire di coccole mio figlio. Così all'asilo, quando è il momento di prendere sonno, piange e cerca la mamma, ma le sue maestre, siccome hanno già imparato a conoscerlo, gli stanno accanto leggendogli una favola fino a quando si addormenta. Le maestre dicono che sono contente e che il bimbo è molto bravo, ma a casa dice che non vuole più dormire all'asilo. Di notte riposa male, piange e chiama la mamma nel sonno. Le maestre mi hanno detto che ha bisogno di un periodo di rodaggio e che un po' di disagi sono da mettere in preventivo. Il mio timore però è che, avendo paura di rimanere a dormire là al pomeriggio, vada mal volentieri anche al mattino. Le maestre preferiscono averli tutti anche al pomeriggio, per il bene dei bambini, perché il gruppo risulta più affiatato. Devo continuare ad insistere con il sonnellino all'asilo o è meglio che vada a prenderlo dopo il pranzo?

Io sono del parere che, quando un genitore ha la possibilità di dedicare la giornata al proprio figlio, sia opportuno andarlo a prenderlo all'asilo dopo alcune ore di frequenza, almeno il primo anno di scuola e mi sembra che tu possa fare questo tranquillamente. Detto questo, qualora i tuoi bisogni o i tuoi desideri siano quelli di una maggiore frequenza ci sono da valutare alcuni aspetti importanti: sono trascorse solo due settimane dall'inserimento; il momento del sonno, così come quello del pasto, sono momenti molto delicati, perché rientrano nella sfera intima di rapporto tra bambino e genitori.

È normale che, in una fase di inserimento, il bambino pianga. Può darsi che sia un bambino espansivo e quindi non mostri difficoltà durante il distacco al mattino ma, quando dalla fase di gioco si avvicina quella del pranzo e, successivamente quella del sonno, potrebbe entrare in crisi, in quanto si tratta di momenti prima esclusivamente contraddistinti dalla presenza della mamma o della nonna. Io personalmente , per evitare questo, adotto il sistema di un inserimento molto graduale: per alcuni giorni frequenza dell'asilo per poche ore, per poi approdare all'ora del pranzo, alla prima uscita e poi verso la seconda… sono sicura che anche le educatrici di tuo figlio avranno adottato un atteggiamento simile.

Mi incuriosisce la tua frase "lui ha deciso di dormire coi suoi compagni". È proprio accaduto così o l'hai deciso tu e le insegnanti? Perché, vedi, un bambino all'inizio è euforico e si impunta per rimanere a mangiare subito; dice "mamma vai via, voglio stare a scuola" perché è attratto dalla novità, ma quando effettivamente viene servito il pranzo, o rimboccata la coperta, può subentrare una crisi, se ci si limita ad accontentare il bambino e non c'è stata la possibilità di un lavoro oculato di osservazione delle reazioni del bambino, preparazione al momento del pranzo, del sonno...

È opportuno che simili decisioni non vengano prese dal bambino e, se non ci sono esigenze particolari di lavoro da parte dei genitori, è necessario che la decisione dipenda unicamente dagli educatori che, valutando come interagisce il bambino nell'ambiente classe e valutando le sue emozioni, possono dirigere efficacemente il percorso di inserimento.

E per ultimo, non è che il bambino probabilmente, non ha più bisogno del riposino diurno? Comunque sia, i tuoi timori riguardo al rifiuto della scuola materna li puoi valutare osservando la reazione del bambino al momento dell'ingresso ma, in base a quello che hai detto e cioè di voglia di tuo figlio di stare con gli altri, non mi preoccuperei. Potrebbero esserci alcuni momenti di rifiuto, ma non necessariamente legati al discorso del sonno, ma alla presenza, per esempio, di un bambino aggressivo, al fatto di dover competere con altri per la conquista di giochi, insegnanti... È importante comunicare puntualmente gli stati d'animo alle educatrici, in modo tale che possano intervenire prontamente.

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