Sono al quinto mese di gravidanza. Due mesi fa ho cominciato ad accusare frequenti addormentamenti notturni del braccio destro e successivamente intensi dolori alla mano dello stesso braccio. La consultazione dell'ortopedico ha dato come risultato una diagnosi di un sospetto tunnel carpale. Per ulteriori e più approfonditi accertamenti mi è stato richiesta una elettromiografia. La mia preoccupazione è corsa subito al bambino che sto aspettando. Un esame di questo tipo può essere dannoso per la sua incolumità? I dubbi sorgono dal fatto che ho ricevuto pareri assolutamente discordanti da due differenti medici. Che cosa devo fare? Sono molto disorientata. E inoltre, l'operazione chirurgica che mi è stata prospettata come unica soluzione al problema può rappresentare un pericolo per il bambino?
La compressione di un nervo periferico o di un tronco nervoso è un'evenienza che può verificarsi durante la gravidanza. La causa è spesso sconosciuta: in alcuni casi può essere provocata dalla posizione della testa del feto, in altri si incolpa la ritenzione di liquidi.
La più comune sindrome da compressione di un nervo durante la gestazione è la sindrome del tunnel carpale, intendendo con questo nome un canale osteofibroso (cioè compreso fra ossa, tendini e lagamenti), posto nel carpo (la regione del polso), attraverso il quale i tendini dei muscoli flessori e il nervo mediano passano dall’avambraccio al palmo e alle dita della mano.
La malattia è dovuta appunto ad una stenosi (restringimento) del tunnel carpale che provoca un'irritazione del nervo mediano. Si manifesta con dolorabilità locale alla pressione e dolore nell’area del dito indice ed anulare, particolarmente intenso di notte, alterazioni della sensibilità dal lato carpale della mano, diminuzione della forza della mano e, nei casi più severi, atrofia di alcuni muscoli con debolezza nei movimenti di adduzione ed opposizione del pollice.
In genere la diagnosi è basata sull’anamnesi (storia clinica descritta dal paziente), sull’esame obiettivo e, se necessario, sulla dimostrazione di una riduzione della velocità di conduzione nervosa del nervo mediano. Quest’ultima richiede l’esecuzione di una elettromiografia: si tratta di un esame che registra la trasmissione degli impulsi elettrici dai nervi ai muscoli, fastidioso per la paziente ma senza danni per il feto.
La maggior parte dei pazienti viene curata posizionando dei tutori di posizione; raramente è necessario l’intervento chirurgico anche perché, solitamente, si verifica una guarigione spontanea entro poche settimane dal parto.