Il monitoraggio fetale è la registrazione del battito cardiaco fetale, eseguita mediante il cardiotocografo, apparecchio particolare che utilizza ultrasuoni.
La cardiotocografia (CTG) è una tecnica che consente di valutare il benessere fetale mediante la registrazione contemporanea della frequenza cardiaca fetale, dei movimenti fetali e delle contrazioni uterine.
Questi dati sono ricavati mediante trasduttori ad ultrasuoni applicati sull’addome materno. Si basa sul presupposto che un feto sano e maturo dal punto di vista neurologico abbia una frequenza cardiaca normalmente compresa tra 120 e 160 battiti al minuto, variabile e risponda agli stimoli mediante l’accelerazione dei battiti cardiaci.
Viene eseguita dalla 28° settimana in poi e usato precocemente nelle gravidanze a rischio.
A termine di gravidanza, serve per il controllo fetale nelle gravidanze che proseguono dopo la 40° settimana; durante il travaglio serve per controllare come il feto sopporta le contrazioni e per capire se è in grado di sopportare lo stress da travaglio.
Non è assolutamente doloroso né rischioso; viene eseguito in ospedale ma non richiede il ricovero.
La mamma viene fatta sdraiare su un lettino o su una poltrona con l’addome scoperto, con due fasce vengono fissati i due trasduttori, uno per la registrazione delle contrazioni, l’altro per la registrazione del battito fetale. La durata dell’esame, fuori travaglio, è di circa 30 minuti, in travaglio anche di ore. Le pulsazioni sono registrate su una striscia di carta e possono essere seguite in diretta dalla paziente grazie ad un amplificatore che permette di ascoltare il battito cardiaco.
Sul monitor sono ben visibili un punto luminoso e delle cifre che lampeggiano, segnalando il momento e la frequenza delle pulsazioni e delle contrazioni.